Se ti perdi di vista con qualcuno e non ne ricordi più' neanche il motivo o, ogni volta che ci pensi, quel motivo ti sembra sempre più' stupido, ti capita di domandarti dove sia, cosa stia facendo, se stia bene, se sia felice e se anche lui o lei contraccambino, ogni tanto, gli stessi pensieri. Ti dici che alla fine è facile comporre un numero, digitare qualche lettera, prendere coraggio e semplicemente iniziare con un "ehi tu ... ti stavo pensando ...". Ma, semplice, non lo e' affatto. La paura del rifiuto, dello scoprire che forse quei pensieri sono solo i tuoi, che dall'altra parte hanno dimenticato, accantonato, camminato, senza mai più' voltarsi indietro, ci blocca. La paura del sentirci ancora più' soli con queste sensazioni non condivise. La paura dell'umiliazione del renderci conto quanto poco abbiamo contato o meno di quanto gli altri abbiano contato per noi ci paralizza. Forse dall'altra parte stanno pensando la stessa cosa e perdiamo belle occasioni. Forse le nostre paure sono fondate e potremmo sentire il silenzio di una non risposta o una brutta risposta. Forse dovremmo comunque darci un'ultima chance per non avere rimpianti e rimproverarci, un giorno, di esserci fatti fermare dalla paura. O forse, come molti sostengono, i tifosi del “domani”, dovremmo semplicemente lasciar andare il passato e chi lo ha riempito.
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