giovedì 30 novembre 2017

Hanno provato a raccontarci di una vita eterna, sublime e a cui tendere dopo la nostra. Hanno provato a raccontarci che rivivremo, diversi da ora, sotto un'altra forma e in un altro luogo, hanno provato. Forse non ci sono riusciti. Vacilliamo e ci arrabbiamo e impauriamo di fronte all'eventuale perdita di questo oggi, come siamo ora, con tutto ciò che abbiamo scelto. Che sia giusto o sbagliato, è nostro. Siamo noi. Sono coloro che amiamo. E nessuno, siamo convinti, con infinita presunzione, debba toccarcelo. Dovrebbero provare a raccontarci ancora. Dall'inizio, da capo. Chissà, forse domani avremo meno paura. 

mercoledì 29 novembre 2017

Per uno come me, Negramaro. La canzone di ieri sera

Per uno come me 
c’è un’altra come te 
che sogna ancora le montagne 
che parla piano ad un gigante 
che abbassa gli occhi e dice 
io rimango in superficie 
che vado a fondo in un istante 
sono di piombo le mie gambe a volte sai 
basterebbe poi dirsi 
che va bene anche così 
senza incontrarsi 
l’importante è che tu sappia 
che almeno noi in questa galassia 
siamo due punti si lontani 
ma equidistanti 
come due stronzi 
amami anche se non mi conosci 
ti prego amami anche se siamo nascosti 
amami senza dovermi cercare 
senza sapere da che parte stare 
resta nel mondo in cui tu vuoi invecchiare 
io verrò a prenderti 
per una come te 
lo sai c’è un altro come me 
che pensa solo e sempre al mare 
come la fuga più ideale 
che crede sia speciale 
basta sapere improvvisare 
per non doversi poi aspettare 
come previsto quel finale 
e allora sai 
che ne dici se adesso 
ci sforiamo lo stesso 
senza toccarci 
tu chiudi gli occhi 
amami anche se non mi conosci 
ti prego amami anche se siamo nascosti 
amami senza dovermi cercare 
senza sapere da che parte stare 
resta nel mondo in cui tu vuoi invecchiare 
Io verrò a prenderti 
Amami anche se non mi conosci 
ti prego amami anche se siamo nascosti 
amami senza paura del mare 
senza respiri più da trattenere 
amami e basta senza più sapere se verrò a prenderti li 
e io verrò a prenderti li 
amami, anche se non mi conosci 
ti prego amami 
anche se siamo nascosti 
amami senza paura del mare 
senza respiri più da trattenere 
amami e basta senza più sapere se verrò a prenderti li

lunedì 27 novembre 2017

Le tre del mattino, Gianrico Carofiglio


Da leggere ... anche alle tre del mattino. 

Biscotti ai cereali

Ho lavorato 250 grammi di ricotta con 1 uovo, 200 grammi di cereali di farro, avena e grano e gocce di cioccolato, 100 grammi di zucchero. Ho diviso in due parti e in una ho aggiunto due cucchiai di Nutella. Ho versato cucchiai su carta da forno e cotto a 190 gradi per circa 40 minuti. 
In questo inesorabile trascorrere del tempo, i cui segni si raccontano in solchi sui nostri visi, mi stupisco di quanto io resti meravigliosamente ingenua nel credere nella meraviglia della vita, mentre, giorno dopo giorno, sono costretta a scontrarmi con la sua ferocia per le persone che si ammalano o che all'improvviso vengono strappate dalla vita stessa. 
Ricordo e rimpiango quei giorni che mi apparivano noiosi nel loro trascorrere mentre nulla accadeva ed io ero sempre in attesa con trepidazione e aspettativa di qualcosa di meraviglioso che mi avrebbe colto e accolto. 
Ricordo e rimpiango quelle notti in cui sogni ad occhi aperti si alternavano a quelli veri. 
Vorrei tornare a quella straordinaria immobilità. Dove tutto doveva ancora accadere. E dove credevo che tutto sarebbe stato semplicemente bello.

domenica 26 novembre 2017

Barattolini per la colazione

Frutti rossi e secchi
Yogurt al pistacchio
Cereali di avena e farro con cioccolato
Marmellata di fichi
Armando ed io, ottantatré anni portati più che egregiamente, in un lento pomeriggio ospedaliero abbiamo concluso, dopo i racconti condividi, con la più scontata delle conclusioni: la vita è una corsa ad ostacoli. Il ritmo delle cose che ti accadono non sei quasi mai a deciderlo tu ma, soprattutto, non sei mai tu a decidere quanti saranno e quanto alti gli ostacoli da dover saltare per poter proseguire il cammino. 

sabato 25 novembre 2017

Biscotti morbidi miele e ricotta

Ho lavorato 1 uovo con 250 grammi di ricotta, 1/2 bicchiere di zucchero bianco, 1/2 bicchiere di farina, 1 mela tagliata a fettine. Ho mescolato il tutto e versato cucchiaiate su carta da forno. Ho cotto per circa 25 minuti a 190 gradi. 

Apprezzati nei corridoi da infermieri e degenti.

venerdì 24 novembre 2017

Una leggenda dice che se non riesci a dormire di notte, è perché sei sveglio nei sogni di qualcun altro.

I classici ... ripieni!

Ricotta uova zucchero farina burro gocce di cioccolato e ... ripieno di Nutella!
...raccoglierò
pezzi di te
ovunque andrò
sarai con me
con me ...

Pezzi di te, Negramaro


giovedì 23 novembre 2017

Amore che torni, Negramaro

Amore che torni lo ascolti tutto d'un fiato quando fiato non ne hai più e vorresti soffocare, scappare, urlare e scomparire. Amore che torni ha, in ogni canzone, un pezzo del tuo cuore, della tua anima, di dove sei stato e dove ti ritrovi. Amore che torni lo inizi ad ascoltare e lo fai ancora ancora e ancora. Amore che torni è pura poesia che ti raccoglie e ti fa una carezza nei giorni più neri. Quando la luna è soffocata dalla foschia e la parte più intima di te si sente perduta e inizia a dubitare che i sogni non siano solo tali.


mercoledì 22 novembre 2017

Ci sono giorni 
che non si staccano
dalle pareti.
Alda Merini

Humus di fagioli rossi

Qualche giorno fa ho mangiato questo piatto nel mio locale preferito. Era presentato su un letto di insalatina. Stasera l'ho riprodotto, aggiungendo un pizzico di sapore.

Per me, sola con me.

Ho frullato finemente 150 grammi di fagioli rossi (precotti), aggiungendo un pizzico di paprika e un pizzico di  curcuma. Ho tagliato con il coppapasta. Al fianco insalata songino condita con vainegrette al limone. e pochi grissini di farina nera. 


martedì 21 novembre 2017

Si baciavano e danzavano, illuminati dal sole. 
La vita, enorme minacciosa e imbattibile, si avvicinò e li colse, spazzandoli via. 
Ma il loro amore continuò a vivere oltre l'orizzonte, oltre al vita.

domenica 19 novembre 2017

Le coccole salate per la mamy

Ho lavorato 250 grammi di ricotta, 200 grammi di camembert, 1 uovo, 1/2 bicchiere di farina. Ho versato l'impasto in stampi e cotto per 20 minuti a 200 gradi.
Il grado di libertà 
di un uomo
si misura dall'intensità 
dei suoi sogni.
Alda Merini

Bis di muffins per gli infermieri

I classici sempre. Quelli con ricotta e gocce di cioccolato. 
Oggi ho aggiunto un impasto simile alla torta paesana.

Ho bagnato, con 1 grande bicchiere di latte caldo, circa  20 frollini integrali al cioccolato. Ho aggiunto 1 uovo e 2 cucchiai di Nutella. Ho riempito10 stampi muffins e infornato per circa 20 minuti a 200 gradi.
Morbidi e nutellosi.
Ho insacchettato e ora sono pronti per la consegna. In attesa di assaggio e giudizio!
Se fossi lì, di fronte a quel tramonto, non troverei più la strada del ritorno. 

venerdì 17 novembre 2017

L'humus di Tel Aviv

La ricetta dell’Humus arriva da Tel Aviv ed è veloce:

1 tazza di ceci
1 limone spremuto
1 pizzico di sale
1 pizzico di cumino
1 spicchio di aglio (che evito nonostante la serata single potrebbe concedermelo)

Frullo tutto. 
Impiatto con il coppapasta e mi siedo sul divano con vassoio completo di calice di vino bianco.
Per provare a vincere … tutto.
Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce a immaginarsi il desiderio. Ma non ho cercato di fermarmi, né di fermarti. Sapevo che prima o poi l'avrebbe fatto lei. E lo ha fatto. È scoppiata tutto d'un colpo. .
Alessandro Baricco

Morbidi bianchi e neri

Ho lavorato 250 grammi di ricotta con 1 uovo, 1/2 bicchiere di zucchero bianco, 1/2 bicchiere di farina 1 e un pizzico di lievito. Ho diviso l'impasto in due parti e in metà impasto ho aggiunto 2 cucchiai di Nutella. Ho versato cucchiai di impasto su carta da forno e cotto a 200 gradi per circa 20 minuti.

Che sensibilità il sole: arrossire tutte le sere al momento di tramontare.
(Fabrizio Caramagna)
C’è la città nella città. C’è la città che corre e suona e urla e spintona e si innervosisce e inveisce e sembra dover vincere qualche premio nell’arrivare al semaforo, rosso, qualche metro prima di te. E’ la stessa città dove alla scrivania ci sono le rivoluzioni, vere o presunte e l’essere quasi amici per poi diventare il momento dopo, acerrimi concorrenti. E’ la stessa città dove pensi di dover svuotare qualche scaffale di tutti gli ultimi prodotti, quasi potesse esserci la carestia domani. E’ la città dei cartelloni ad ogni angolo di strada, che ti catapultano al Natale e invogliano a comprare qualsiasi cosa possa essere comprabile perché "solo così sarai finalmente felice".  
E poi c’è la città dei corridoi silenziosi tra pigiami, vestaglie e divise che variano dal bianco con le varie tonalità di colletto, all’azzurro e al verde. E’ quella città dove, dopo e prima aver vissuto l’altra, ti ritrovi per accudire e tenere compagnia, dove fai la barba a chi hai sempre solo visto farla, imbocchi chi non si faceva imboccare ormai da più di mezzo secolo e chiacchieri per ore di tutto e di nulla fino a quando vieni cacciata fuori perché hai superato l’orario concesso. E’ la città dove il tempo è scandito dai termometri, dall’esame da rifare o dalla fisioterapia. E’ la città dove tutto è rallentato e pacato e sussurrato e dove si cammina lentamente, le porte non sbattono, le persone si ringraziano e aiutano e tutto è così ovattato da sembrare surreale.
Vivo in entrambe correndo per arrivare in tempo, per rallentare e poi riprendere la corsa per poi essere ovunque mentre sembra di non essere da nessuna parte.

giovedì 16 novembre 2017

Tra il biscotto e il pancake per le infermiere della notte

Ho lavorato 1 uovo con 250 grammi di ricotta, 1/2 bicchiere di zucchero bianco, 70 grammi di burro sciolto, 3/4 di bicchiere di farina 1, la punta di un cucchiaino di lievito vanigliato. Ho lavorato l'impasto e versato cucchiai su carta da forno. A 200 gradi per circa 20 minuti.
Consegnati con bottiglia di succo d'acero per affrontare il turno di notte!
Dove vorrei essere ... e non tornare più.
Pistacchio è un po' il nome di queste pagine perché Pistacchio è come il babbo mi chiamava da piccola. Pistacchio è il mio gelato preferito, che sia artigianale o in barattoli industriali che ricordano pomeriggi d'estate. Pistacchio è la crema salata con la quale in queste sere di solitudine spesso mi condisco la pasta. Pistacchio è la crema dolce con la quale in piena notte cerco di placare l'inquietudine. Pistacchi sono i frutti salati che aggiungo, a colazione, allo yogurt al pistacchio.
Pistacchio. Mi piace in ogni forma presentazione e momento. Mi consola. Forse perché abbiamo sempre bisogno di una carezza dal passato. 
Leggo righe, su un lavoro artistico, dove le parole sono fuoco, rivoluzione, ritorno al futuro, voglia di recuperare la storia, il passato, il senso dell’inizio "perché nulla sia più come prima". Leggo di un atto di rigenerazione avvenuto grazie ad una separazione per poi trovare una nuova unione. Perché a volte non sai se farla finita o rinnovare tutto e allora è necessario un distacco, un momentaneo addio. Chiudere, smettere, o almeno pensare di farlo, per potere ripartire. 
E’ quello che è successo a tutti, una volta, forse dieci. Nella vita vera. Con un amore, un amico, un fratello, una madre. Con gli affetti, quelli importanti che vivi e ti travolgono e segnano per sempre.
A volte basta un abbraccio per ripartire. E quando succede è semplice stupore. Meraviglia della vita.
A volte non è possibile ma dentro di noi tutto può essere ancora vivo forte e fortemente desiderato. Lo vorresti ora, subito, per sempre. Non è possibile. Ma questa impossibilità non toglie nulla al desiderio.
Domani mi regalerò “Amore che torni”.

martedì 14 novembre 2017

Sogno

Niente su di te,
hai rapito me,
sai ti cercavo dentro i giorni miei,
l'ombra e poi l'addio,
fugge il tuo viso
dentro il sereno,
ma io ti sogno...
Ti ritrovi in me,
un pensiero che,
torna col sole
e la vita va,
bene o forse no,
può cancellare anche un ricordo,
ma io ti sogno...
Ti ritrovi in me,
un pensiero che,
torna col sole
e la vita va,
bene o forse no,
può cancellare anche un ricordo,
ma io ti sogno...

Nocciolosi alla Nutella

Ho lavorato 1 uovo con 2 vasetti di yogurt cremoso alla nocciola, 1 bicchierino di zucchero di canna, 75 grammi di burro, circa 30 nocciole tritate, farina 1 q.b. e mezza bustina di lievito madre.
In ciascun muffins ho riposto un cucchiaio da te di Nutella.
Ho cotto per circa 25 minuti a 190 gradi.


Non devi avere paura di lasciare, perché quello che conta non ti lascia mai. Anche quando non vuoi.
Mine vaganti
Trascrivo, perché mi ha strappato un sorriso e potrebbe tornare utile a qualcun altro, il pensiero che ho ricevuto oggi quando ero preoccupata per una febbre particolare:

"Va bene, pensa alla febbre o forse non ci pensare. Non troppo intendo, se non puoi sconfiggerla prova a non darle troppo peso, smontala altimenti si gasa . Dille sottovoce che in realtà non vale niente, che è buona solo a farsi una bella sudata e che poi peggiora anche il riscaldamento terrestre. Dille che non fa nulla di nuovo e di meglio che quello che fanno automobili e fabbriche. Forse se raffreddasse anziché scaldare potrebbe persino risultare simpatica, o almeno originale . 
Ti abbraccio"

Stanotte proverò a non pensare. Chissà, magari dormo anche!!!

lunedì 13 novembre 2017

Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo.
Alda Merini

Il colore che vorrei





C’è un destino, c’è una strada, c’è qualcosa che ci riguarda ma che non ci è dato di sapere. E nel frattempo c’è che corri, ti arrabbi, litighi, ti affanni, parti, ritorni, ti vesti, ti spogli, godi un attimo, perdi giorni, ti volti, cerchi, trovi, scegli il sesto cappotto perché i cinque che hai ancora nuovi non ti piacciono più, pensi ad un’amica lontana persa nel tempo ma non trovi più la motivazione per contattarla, fai i compiti con i tuoi figli o pensi a quel figlio che non hai avuto modo di mettere al mondo, ascolti una vecchia canzone e ti ritrovi a piangere, corri in libreria per l’ultimo del tuo autore preferito, bevi un bicchiere di vino da sola perché pensi che alla fine qualcosa per brindare ci deve pur essere, passi la giornata in un ospedale e non ti capaciti di quanta gente soffra da sempre, abbracci la bimba della tua amica che venerdì sera vuole venire a dormire da te, cerchi di distrarre chi ami sopra ogni cosa per la brutta avventura che dovrà affrontare, passi la notte completamente insonne cercando di convincerti a dormire, programmi il prossimo menù di Natale perché devi distrarti con qualcosa di piacevole, pensi che devi lavare la macchina perché così non è proprio più lei, mentre pensi che anche i lavaggi auto dovrebbero essere aperti ventiquattro ore al giorno come il supermercato sotto casa di cui ora, più che mai, apprezzi l’orario così tanto elastico, leggi dei bambini morti nell’ultimo terremoto mentre ascolti gli scandali degli ultimi abusi e pensi che il mondo sia sempre più un vorticoso caos, spegni la sveglia e la odi perché quando suona ti sei addormentata da solo un’ora e vorresti poter riposare ancora un po’. C’è la vita che corre o ti fa correre e di cui perdi continuamente il senso e continuamente lo rincorri perché c’è un destino, c’è una strada, c’è qualcosa che non ti è dato di sapere ma vorresti almeno un piccolo avvertimento. Vorresti che quel qualcosa, quel Qualcuno in qualche modo ti insegnasse da sempre ad essere sereno a cogliere godere sorridere e non ti frastornasse, all'improvviso, con il dolore. Perché in quel disegno di cui non sappiamo nulla il colore scuro del dolore non dovrebbe esistere. In quell’astuccio, i pastelli che da piccola amavo tanto, dovrebbero essere tutti di colore chiaro e luminoso. Ora che ci penso, il mio colore preferito in quell’astuccio era sempre il turchese. Lo prendevo in mano anche quando dovevo colorare una casa, un prato o il sole. Poi lo riponevo e prendevo quello giusto. Ma nella mia innocenza di bambina già sapevo che avrei voluto sempre tutto azzurro. Forse sono rimasta quella bambina perché i colori scuri, secondo me,  dovrebbero essere tutti eliminati.

domenica 12 novembre 2017

Ma ora so qual'e' la verità. La verità è che siamo pazzi, malati d'amore, tutti quanti.
Paradisi minori. M.M.Bergman

Immagina se sangue fosse fragola, se rabbia fosse una carezza, 
se odio fosse un bacio in bocca...
Immagina, B.Antonacci


Pistacchio e Nutella per lei

La cucina è chiusa. Per tutto tranne che per le coccole. Queste sono per lei e per i suoi ... anni.

Ho lavorato 1 uovo con 2 bicchier di yogurt Müller al pistacchio, 1 bicchiere di zucchero bianco, 50 grammi di burro sciolto, farina 1 setacciata q.b., 1/2 cucchiaino di lievito. Ho riempito ciascun pirottino per metà, ho versato 1 cucchiaino colmo di Nutella e poi altro impasto. Forno caldo a 200 gradi per circa 25 minuti. 
Da Roma e Milano
Per me l'intimità è un sapere mistico: "io so di te cose che so solo io". L. Zingaretti.
E questo secondo me è vero. Vale per le amicizie e gli amori che vanno "oltre". Oltre i confini, le etichette, la morale, i riconoscimenti ufficiali e il voler chiamare le relazioni con un nome comune quando invece quelle relazioni, proprio per quella unica e speciale intimità, di comune non hanno nulla. Non le chiamo amicizie e non li chiamo amori quei rapporti dove solo noi sappiamo le profondità dell'altro e viceversa. Le chiamò straordinarietà, unicità, meraviglie, doni. E noi, se abbiamo la fortuna di viverli, siamo fortunati. Speri durino per sempre. A volte non succede ma, ciò che conta è che tu li abbia vissuti.

Sono arrivata a pensare che questo ostinato e costante perdersi tra corridoi, ascensori, cunicoli, parcheggi più o meno sotterranei, nebbia e uscite delle tangenziali, possa essere una metafora. Potrebbe voler significare che non ho ben chiara la strada da percorrere nella vita? Che non abbia traccia storica delle andate e dei ritorni dell'anima? Che perda di vista l'obiettivo? Che faccia cinque giri invece di uno perché ho scorte di energia in eccesso da dover consumare per gli altri a mio discapito? Che abbia troppi pensieri e mentre cerco di cincentrarmi su un percorso la mente prenda d'iniziativa una deviazione?
Sono ancora alla ricerca di una risposta. 
Voglio solo pensare, mentre sorrido di me senza perdermi d'animo che, in un piccolo borgo sul mare, dove il mio mezzo di trasporto potrebbe essere una bicicletta con un bel cesto di vimini dove riporre i pigiami puliti e i biscotti ancora caldi, io mi ritroverei benissimo. 
Per ora mi accontento, una volta chiusa la porta di casa, di riporre la borsa di turno pesante quanto me, di sorridere e a voce alta e dire alle silenziose mura di casa "E anche oggi ce l'ho fatta, non mi sono persa, eccomi qua!".

I muffins Vanigliosi per gli altri angeli custodi

Ho lavorato 2 uova con 200 grammi di yogurt (intero) alla vaniglia, 150 grammi di zucchero di canna, 1 fialetta di vaniglia, 150 grammi di burro sciolto e farina 1 q.b. Per un impasto morbido. Ho aggiunto 1/2 bustina di lievito madre, pezzi di cioccolato bianco e ho amalgamato il tutto. Ho versato l'impasto nei pirottini e in ogni muffins ho aggiunto sulla superficie un cucchiaino di miele di acacia. 

Ero di corsa, niente foto ma, una volta consegnati, gli angeli custodi di turno mi hanno fatto i complimenti. Grazie a loro che si prendono cura al nostro posto quando a noi non è permesso. 

sabato 11 novembre 2017

venerdì 10 novembre 2017

Quelle come me, Alda Merini


Quelle come me 
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l’anima,
perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano,
tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre.
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio,
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…

giovedì 9 novembre 2017

E poi, mentre il profumo dei libri ti inebria, arrivano le belle parole, di chi ti conosce e con te parla da sempre di libri oltre a venderli e ci si confronta sul senso della vita, del male, della fede, di chi come, avendola sia un prescelto, un fortunato e di come chi invece, avendola persa, un po’ qui e un po’ lì, tra i vicoli della vita, si senta più che altro su una montagna russa. E poi il momento magico continua, forse sono proprio i libri a donartelo, e conosci una persona gentile bella e giovane che come lavoro non è ad una stupida scrivania ma fotografa le atrocità della miseria dei campi profughi, dei migranti negli sbarchi, della tristezza delle popolazioni terremotate. E si continua perché la fede, la non fede, il male che ci travolge, quello che vediamo da lontano, la voglia di leggerezza e la ricerca della profondità,  possono essere momenti di meravigliosa condivisa crescita dell'anima. 

mercoledì 8 novembre 2017

Solo i libri, mi consolano. Ed è lì che sono tornata oggi, tra di loro. Per guardarli, odorarli, sentirli, percepirli e per permettere loro, come sempre, di scegliermi. Con la loro copertine verde bosco o quel titolo che racconta già molto, con quel loro essere tra i tanti per me particolare, quel cogliere la mia attenzione senza un apparente motivo. Li raccolgo, uno ad uno, tra le mie braccia senza che me ne renda conto e mentre passeggio tra uno scaffale ed un altro, accarezzandoli, sento che loro accarezzano la mia anima e la mia mente inizia ad acquietarsi. In quel vortice intenso che mi ha travolta, in quel susseguirsi di preoccupazioni e pensieri che non mi abbandona, si apre un piccolo minuscolo varco ed entra un soffio di aria fresca e,  come succedeva con le gomme pane che usavo da bambina, cancella qualche brutto pensiero.

Eccone uno ...






lunedì 6 novembre 2017

Ci sono Firenze, Pompei, Roma, Milano e le province. Ci sono storie tristi e altre ancora di più. Ci sono sorrisi e disponibilità. Ci sono quei "grazie" e quei "prego" che poche volte si sentono nella quotidianità. Ci sono Sephora che non ha nulla a che vedere con le profumerie ma ha un meraviglioso camice azzurro, ci sono Aldo con il quale confrontarsi su ricette di  cape cake. C'è Fabio che sorride sempre e poi Terenzio, classe '39 con la sua storia triste ma anche esilerante come tutte le vite lunghe e vissute. C'è la russa che ha sorriso solo dopo quattro giorni e tre forniture di muffins e poi una città nella città dove la vita sembra cambiare priorità e di uguale resta solo il fatto che nei parcheggi puoi come in tutti i parcheggi non trovare più la macchina perché sei stanca o semplicemente sei nata senza senso dell'orientamento e quando hai imparato la strada è ora di impararne un'altra dove, sicuramente, ti perderai nuovamente. Un altro palazzo, un altro parcheggio. Altri nomi, altri visi, altre storie da condividere, in un tempo che ha un altro ritmo e dove la vita, di uguale a quella che normalmente viviamo, ha solo il nome. 

domenica 5 novembre 2017

The place

In ognuno di noi c'è una parte terribile, chi non è costretto a scoprirla è fortunato.

È la frase pronunciata da una delle attrici di "The place", un film che solo leggendo la presentazione, l'intervista al regista e vedendone qualche spezzone, è da prenotarne una poltrona in prima fila. 
Perché ne parlavamo giorni fa. Senza aggiungere nulla di nuovo a ciò che è stato studiato, scoperto, scritto e studiato. Ognuno di noi è bene e male. Luce e buio. Sole e tenebre. E a volte la storia che è stata scritta per noi ci porta dove non potevamo di saper arrivare, a scoprire parti di noi che spaventano prima degli altri, che forse mai le scopriranno, noi stessi. Ad ognuno di noi può capitare di essere ad un bivio e, di fronte ad un desiderio o una grande sofferenza, accettare o scegliere il buio. È fortunato chi non arriva a quel bivio. Perché solo arrivandoci scopriremo veramente chi siamo e quanta tenebra può esserci dentro di noi.
Avremmo voluto tutto mentre rincorrevamo solo qualcosa. Sentivamo l'immensità mentre percepivamo il nostro essere briciole. Rincorravamo  il grande, il sempre, il sogno, mentre l'essenza era nel piccolo, oggi, reale. Cercavamo il senso del nostro io e di ciò che ci circondava e avremmo solo dovuto lasciare andare che la vita trovasse posto dentro di noi.

sabato 4 novembre 2017

E ancora un altro. 
Perché non c'è un tempo per leggere, per cucinare, per dedicarsi a se stessi e agli altri. C'è il giorno, frenetico e frastornante. C'è la notte piena di veglia a sostituire i brutti sogni. C'è la vita che si incastra in ogni angolo mentre corri e lei straripa dentro e fuori di te e ti chiama.
E' solo di fronte all'immensità del nostro essere così fragili, piccoli, appesi ad un filo, che ti rendi conto del tempo perduto, delle occasioni mancate, delle parole non dette, dei giorni sfuggiti. Diciamo di saperlo, ma non è vero. Lo sappiamo solo quando siamo nel vortice, dove ogni considerazione potrebbe essere vana mentre speri, se la vita si farà signora impietosita da te, che sia invece un punto di partenza per non perdere più neanche un istante, tagliare i rami secchi e velenosi e fare, di ogni giorno, il giorno migliore da regalare a noi stessi e a chi ci ama mentre amiamo.

venerdì 3 novembre 2017

È strana l'umanità. Tutti nella stessa situazione, eppure tutti così diversi. C'è chi alza la voce come usasse un megafono, chi sussurra, chi si isola, chi parla con chiunque abbia alla propria destra, sinistra, davanti e anche dietro. C'è chi esegue le indicazioni e chi disubbidisce a prescindere. Chi si lamenta per qualsiasi cosa e chi, per qualsiasi cosa, ringrazia. Chi socializza, convinto che il dolore sia un motivo in più per parlare con gli arrivati da ovunque e chi, altezzoso e superbo di natura, sembra fare del proprio sentirsi migliore, uno scudo ancora più forte e unico, anche nel dolore. C'è chi vorrebbe avere una sala di isolamento e chi telefona a chiunque parlando della spesa, della camera mortuaria del morto di paese, delle compagnie telefoniche, della moda sulle collant e di problemi digestivi. Chi sembra vergognarsi anche di una vibrazione e chi lascia squillare il telefono con la più chiassosa e inopportuna delle suonerie. La subisco questa umanità. Mentre stringo tra le mani l'ultimo scelto tra i libri comprati. Cercando nelle parole su carta quello che l'umanità cerca diversamente. Invano. Troppa chiassosa umanità che prevale su noi anime stampate.

Una storia quasi solo d'amore. Paolo di Paolo

Mi ha stordita questa storia. Per come è  raccontata, per come è affrontata, per come è sviscerata. Mi ha frastornata. Forse perché sono giorni frastornati e frastornanti e l'avrei colta diversamente in giorno sereni e rilassanti. Forse. Lo consiglierei? Forse. Si. Forse si. A chiunque voglia una storia quasi d'amore raccontata in modo quasi normale. Dove per non normale può essere assolutamente un complimento all'originalità.


giovedì 2 novembre 2017

Chi non ha affrontato le difficoltà non conosce la propria forza. (Benjamin Jonson). 
Dio da' le difficoltà secondo la forza che si ha. (La Chiesa e chi dice di rappresentarla). 
Il cielo da' il freddo secondo i panni (detto di Pianello).


Io sono del parere che in certe giornate, dei panni e della forza, non te ne freghi proprio nulla e ti vorresti semplicemente ritrovare su una scogliera per urlare a perdifiato la tua rabbia.