Sono arrivata a pensare che questo ostinato e costante perdersi tra corridoi, ascensori, cunicoli, parcheggi più o meno sotterranei, nebbia e uscite delle tangenziali, possa essere una metafora. Potrebbe voler significare che non ho ben chiara la strada da percorrere nella vita? Che non abbia traccia storica delle andate e dei ritorni dell'anima? Che perda di vista l'obiettivo? Che faccia cinque giri invece di uno perché ho scorte di energia in eccesso da dover consumare per gli altri a mio discapito? Che abbia troppi pensieri e mentre cerco di cincentrarmi su un percorso la mente prenda d'iniziativa una deviazione?
Sono ancora alla ricerca di una risposta.
Voglio solo pensare, mentre sorrido di me senza perdermi d'animo che, in un piccolo borgo sul mare, dove il mio mezzo di trasporto potrebbe essere una bicicletta con un bel cesto di vimini dove riporre i pigiami puliti e i biscotti ancora caldi, io mi ritroverei benissimo.
Per ora mi accontento, una volta chiusa la porta di casa, di riporre la borsa di turno pesante quanto me, di sorridere e a voce alta e dire alle silenziose mura di casa "E anche oggi ce l'ho fatta, non mi sono persa, eccomi qua!".
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