martedì 31 luglio 2018

È una cosa strana. Quando ti accade di vedere il posto dove saresti salvo, sei sempre lì che lo guardi da fuori. Non ci sei mai stato dentro. È il tuo posto, ma tu non ci sei mai.”  Alessandro Baricco. 

Magari, Renato Zero


Magari toccasse a me
Prendermi cura dei giorni tuoi
Svegliarti con un caffè
E dirti che non invecchi mai
Sciogliere i nodi dentro di te
Le più ostinate malinconie
...Magari!
Magari toccasse a me
Ho esperienze e capacità
Trasformista per vocazione
Per non morire che non si fa
Puoi fidarti a lasciarmi il cuore
Nessun dolore lo sfiorirà
...Magari!
Magari toccasse a me
Un po' di quella felicità
...Magari!
Saprò aspettare te
Domani e poi domani
E poi domani
Io come un ombra ti seguirò
La tenerezza è il talento mio
Non ti deluderò
La giusta distanza io
Sarò come tu mi vuoi
Ho un certo mestiere anch'io
Mi provi, mi provi
Idraulico, cameriere
All'occorrenza mi do da fare
Non mi spaventa niente
Tranne competere con l'amore
Ma questa volta dovrò riuscirci
Guardarti in faccia senza arrossire
...Magari!
Se tu mi conoscessi
Certo che non mi negheresti due ali
Che ho un gran disordine nella mente
E solo tu mi potrai guarire
...Rimani!
Io sono pronto a fermarmi qui
Il cielo vuole così
Prendimi al volo e poi
Non farmi cadere più
Da questa altezza sai
Non ci si salva mai
Mi ami?
...Magari!
Mi ami?
...Magari!

sabato 28 luglio 2018

giovedì 26 luglio 2018

Dobbiamo fare i conti con la vita ogni giorno. Molte volte.  Infinite volte al giorno. Ci svegliamo pieni di meraviglie e meravigliose aspettative o, semplicemente, con lo spirito innocuo di arrivare a sera camminando serenamente per i vicoli del giorno. Poi succede che incontri e ti scontri. Che incassi e reagisci. Che cadi e ti rialzi. Che soffri e poi pensi. Pensi che la vita è troppo breve per essere buttata, anche perché si rovini un solo piccolo singolo istante. Ed è il tramonto. E fai i conti. E non desideri altro che sia un nuovo giorno, per avere la possibilità di sentirti vibrare, lasciandoti scivolare via le brutture del mondo.

Semplicemente pasta

mezze penne di kamut
sugo di pomodoro fresco
foglie di basilico del terrazzo
 L’alba è già qua
per quanto sia normale vederla ritornare 
mi illumina di novità 
mi dà una possibilità 
La scarpetta di cristallo 
che hai perduto una notte nella corsa 
puoi attendere qualcuno che ti cerchi 
 o proseguire scalza 
nella luna che si accende di riflesso 
c’è una parte che rimane sempre scura 
c’è chi dice che è la parte dove è adesso 
e per sempre si rivela la natura. 
Jovanotti

mercoledì 25 luglio 2018

Qadrotti ricotta e nutella

Ho lavorato 3 uova, 250 grammi di ricotta, 100 grammi di yogurt greco, 75 grammi di burro sciolto, 150 grammi di zucchero, 250 grammi di farina e mezzo cucchiaino di lievito vanigliato.
Ho mescolato bene gli ingredienti con una frusta a mano e poi, per qualche attimo, con una elettrica per rendere più liscio l’impasto.
Ho coperto una piccola teglia rettangolare con della carta da forno, ho versato metà impasto, ho coperto con 8 cucchiai abbonanti di nutella e poi ricoperto con altrettanto impasto.
Ho cotto per circa 35 minuti a 200 gradi.
Una volta raffreddata ho tagliato a quadrotti.

martedì 24 luglio 2018

Non lo trovo. Eppure lo sto cercando. Il compagno di viaggio che in queste sere d’estate mi faccia credere che questa estate si prolungherà all’infinito, che questa luce serale si protrarrà per divenire una notte di fronte al mare, che le persone a cui voglio bene trovino una loro dimensione e che restino per sempre nei paraggi, che mi faccia chiudere, almeno un occhio, con un po’ di pace. 
Oggi sono passata davanti ad una vetrina e li ho fotografi. Non tutti, quelli più affascinanti. Ora il mio compagno di viaggio potrebbe arrivare presto.
Sembra tutto così difficile. Eppure sarebbe così semplice.
Sembra tutto così semplice. Eppure è tutto così difficile.

lunedì 23 luglio 2018


Casa, tra i cui vicoli, c'è la mia storia. 
Dove puoi sentire le loro voci, vedere il loro camminare, percepire il loro cuore battere.

Farro marchigiano

Farro marchigiano cotto al vapor
Pomodorini secchi sott’olio
Filetti di tonno
Olive greche
Olio, sale e pepe nero

venerdì 20 luglio 2018

Fresca e veloce

Caprino saporito cremoso con pepe e olio e.v.
Piadina al farro con pomodori dell’orto con sale e olio e.v.
Vino bianco fermo fresco.

Fuori vento tuoni lampi e temporale estivo ...

mercoledì 18 luglio 2018

Against all odds

How can I just let you walk away
Just let you leave without a trace?
When I stand here taking every breath with you, ooh ooh
You're the only one who really knew me at all
How can you just walk away from me
When all I can do is watch you leave?
'Cause we've shared the laughter and the pain
And even shared the tears
You're the only one who really knew me at all
So take a look at me now
Well there's just an empty space
And there's nothing left here to remind me
Just the memory of your face
Ooh, take a look at me now
Well there's just an empty space
And you coming back to me is against the odds
And that's what I've got to face
I wish I could just make you turn around
Turn around and see me cry
There's so much I need to say to you
So many reasons why
You're the… 
I wish I could just make you turn around
Turn around and see me cry
There's so much I need to say to you
So many reasons why
You're the only one who really knew me at all
So take a look at me now
Well there's just an empty space
And there's nothing left here to remind me
Just the memory of your face
Now Take a look at me now
'Cause that's just an empty space
But to wait for you is all I can do
And that's what I've got to face
Take a good look at me now
'Cause I'll still be standing here
And you coming back to me is against all odds
It's the chance I've got to take
Take a look at me now

Il viaggio con noi

Il viaggio in nostra compagnia è il viaggio più affascinante che si possa intraprendere. E’ il più duro, è il più leggero, è il più misterioso, è la più grande avventura che si possa decidere di intraprendere. Non è scontato, non è spontaneo, non è per chiunque. E’ una scelta alla quale a volte si arriva per vie traverse, ma che ci pone comunque davanti ad un bivio. Potremmo decidere di non intraprenderlo. Fare finta che vada tutto bene, farci vivere galleggiando. Continuare ad accontentarci anche quando non siamo felici. Possiamo decidere di non scegliere cosa volere, chi volere, come volere. E sopravvivere senza percepire tutti i gusti, i sapori, gli odori. Oppure possiamo fermarci e pensare che ci meritiamo di scoprirci e per camminare fino ad arrivare nelle nostre viscere più profonde e vedere tutti i nostri difetti, le nostre debolezze, i nostri desideri. Accettare chi siamo, come siamo, e provare a migliorarci accettandoci e scegliendoci. Non è facile perché spesso il farlo ci porta a doverci allontanare da luoghi, da situazioni, da persone, a volte anche da una parte di noi e lasciarla andare. Significa provare a capire cosa vogliamo veramente e cosa veramente ci rende felici seppur nella malinconia, nella nostalgia e nei ricordi che avremmo voluto diventassero futuro. Il viaggio è lungo, a volte sfinente, perché pensare è impegnativo. A volte ti ritrovi a piangere senza un apparente motivo sapendo benissimo che di motivi ne hai molti e ti bastano pochi secondi per dare una risposta al tuo viso irrigato di lacrime. A volte sorridi, così, semplicemente davanti alla copertina di un libro che ti ha coccolato l’anima. E’ così il viaggio con noi. Forse lungo la strada non incontreremo nessuno di chi avremmo voluto incontrare e non stringeremo la mano di chi avremmo voluto accanto. Forse ci sentiremo soli, a volte spaesati, a volte spaventati, ma quando ci saremmo trovati e sentiremo il nostro battito pulsare e le nostre viscere vivere, allora sapremo di essere arrivati. A noi. E che sia un buon viaggio.



martedì 17 luglio 2018

E se tu fossi qui, adesso, ti abbraccerei con tutte le mie forze fino a spezzarci entrambi nell’impeto di quel che provo per te.
David Grossman

Ciambella della mamma senza grassi

3 uova, 250 grammi di ricotta fresca, 200 grammi di zucchero, 200 grammi di farina, 1/2 bustina di lievito vanigliato. 190 gradi per circa 40 minuti.
Imbevuta nel latte freddo, tiepido o caldo. 

Dimmi dove sei, Giorgia

Dimmi dove sei
proprio in questo momento
adesso che saprei
dirti quello che sento
Io ti cercherò
dovessi camminare tanto
come ti vorrei, accanto
E quando arriva il sole
vedrai che cambierà
mentre la città si muove
io resto ancora qua
a domandarmi se è peccato abbandonarsi o no
perché così non ho mai amato, non ho mai amato, no
Dimmi dove sei, dimmi dove sei in mezzo alla gente
io ti voglio qui nelle mie cose di sempre I want you, I want you
Dimmi dove sei I want you, I want you
chissà se, chissà se mi pensi almeno un poco
oppure il mio è un pensiero fisso che mi distrugge l'anima
chissà se mi pensi almeno un poco
Dimmi dove sei
voglio amare il tuo mondo
per ore resterei
a guardarti nel sonno
E quando arriva il sole
vedrai che cambierà
mentre la città si muove
io resto ancora qua
a domandarmi se è un peccato abbandonarsi o no
perché così non ho mai amato, non mai amato, no.
I want you, I want you - dimmi dove sei
I want you, I want you - dimmi dove sei
I want you, I want you - dimmi dove sei

Il male “minore”

E’ che a volte dobbiamo scegliere il male minore anche se minore non è neanche un po’. Siamo costretti a scegliere tra un male senza una ragione ed uno con una ragione. Scegliamo il secondo perché se è vero che per amore uno non dovrebbe soffrire, ancora meno può essere sopportabile in costanza di presenza quando motivi per soffrire non ce ne sarebbero perché per definizione l’amore dovrebbe essere sorrisi e divertimento e definitivamente pace dell’anima. L’amore dovrebbe essere un’oasi dove potersi rifugiare per sfuggire a tutte le brutture del mondo, dove sai di poter trovare quella meraviglia che non trovi da nessun’altra parte, mai e in nessun altro. Un luogo dove progredire e migliorarsi e correre e raggiungere e costruire e vivere con tutti i suoi colori. Ma ci sono casi della vita, o dell’amore, in cui chissà perché quella presunta oasi diventa un luogo infernale dove hai guerra e buio e dolore. E allora, mentre ti chiedi “perché”, mentre chiedi “perché”, dopo averci creduto, provato, e mille volte ancora, giorno dopo giorno ti incammini alla resa e, alla fine, alzi bandiera bianca. Scegli l’assenza dell’amore. L’assenza quando desideri, vorresti, aneli, aspiri, sogni, è dolore allo stato puro. E’ non ragione. E’ non equilibrio. E’ notti insonni. E’ mancanza di appetito. E’ desiderio costante e incessante di cercare, telefonare, riprovare. E’ dolore lacerante allo stomaco e in ogni fibra. L’assenza, però, ha un perché nella sua stessa natura. Morire d’amore perché l’altro non c’è ha una ragione che il cervello cerca di accettare ed elaborare. Il cuore si sa, continua a sanguinare ma ogni volta il cervello prova a mettere punti di sutura, cerotti e matite emostatiche. Il cervello convince a pensare a quell’oasi in un’altra oasi, a quella meraviglia in un’altra meraviglia, a quel sogno con un altro sogno. E allora il cuore piange ma il pianto ha un perché. Quell’amore non c’è. E, se l’amore non c’è, essere per tutta la vita tristi e inconsolabili è accettabile. E’ dignitoso. L’amore, come noi, deve avere una dignità.


Un’ora sola ti vorrei, Giorgia


Io che non so scordarti mai
per te darei la vita mia
per dirti quello che non sai
Un'ora sola ti vorrei
io che non so scordarti mai
per dirti ancor nei baci miei
che cosa sei per me
Un'ora sola ti vorrei
per dirti quello che non sai
ed in quest'ora donerei
la vita mia per te
Io non vedo il mondo
quando penso a te
vedo gli occhi tuoi nei miei
ma se non mi vuoi
non è niente sai
la vita mia per me
Un'ora sola ti vorrei
io che non so scordarti mai
ed in quest'ora donerei
la vita mia per te
Tu Tu Tu ehi ehi ehi
Io non vedo il mondo
quando penso a te
vedo gli occhi tuoi nei miei
ma se non mi vuoi
non è niente sai
la vita mia per me
Un'ora sola ti vorrei
io che non so scordarti mai
ed in quest'ora donerei
la vita mia per te
Tu tu tu ehi ehi ehi
na na na na na na na na

Coacèrvo

Mi hanno sempre raccontato la parola “coacèrvo” con una accezione negativa. Fino a qualche giorno fa. E forse il suono che produciamo, anche solo nel pronunciarla questa parola, richiama qualcosa di oscuro.
Mi piace pensare invece che questa parola possa averne una positiva di accezione perché voglio pensare che ognuno di noi sia, e possa essere, scegliendolo, un ammasso, un insieme, un’accozaglia di idee, sentimenti, emozioni, gialle come il sole, bianche come la neve, azzurre come il mare, alte come una montagna e mozzafiato come un tramonto e l’alba in un cielo senza nuvole. .Mi piace sognare che questo esista e ci sia e sia anche contagioso. In una società sempre più egoista e in una quotidianità in cui, anche se in pochi, gridiamo a gran voce di non volerci imbruttire, voglio inziare a pronunciare e scrivere questa parola perché giorno, dopo giorno, dopo giorno, sia una di quelle parole che mentre pensi e vorresti raccontare e scrivere, mi possa venire alla mente ed essere buttata lì, tra una riga ed una chiacchiera.
Scegliamo le parole, come scegliamo chi essere.

lunedì 16 luglio 2018

Mi fido di te, Jovanotti

Case di pane, riunioni di rane
Vecchie che ballano nelle chadillac
Muscoli d'oro, corone d'alloro
Canzoni d'amore per bimbi col frack
Musica seria, luce che varia
Pioggia che cade, vita che scorre
Cani randagi, cammelli e re magi
Forse fa male eppure mi va
Di stare collegato
Di vivere di un fiato
Di stendermi sopra al burrone
Di guardare giù
La vertigine non è
Paura di cadere
Ma voglia di volare
Mi fido di te
Io mi fido di te
Ehi mi fido di te
Cosa sei disposto a perdere
Lampi di luce, al collo una croce
La dea dell'amore si muove nei jeans
Culi e catene, assassini per bene
La radio si accende su un pezzo funky
Teste fasciate, ferite curate
L'affitto del sole si paga in anticipo prego
Arcobaleno, più per meno meno
Forse fa male eppure mi va
Di stare collegato
Di vivere di un fiato
Di stendermi sopra al burrone
Di guardare giù
La vertigine non è
Paura di cadere
Ma voglia di volare
Mi fido di te
Cosa sei disposto a perdere
Mi fido di te
Io mi fido di te
Cosa sei disposto a perdere
Rabbia stupore la parte l'attore
Dottore che sintomi ha la felicità
Evoluzione il cielo in prigione
Questa non è un'esercitazione
Forza e coraggio
La sete il miraggio
La luna nell'altra metà
Lupi in agguato il peggio è passato
Forse fa male eppure mi va
Di stare collegato
Di vivere di un fiato
Di stendermi sopra al burrone
Di guardare giù
La vertigine non è
Paura di cadere
Ma voglia di volare
Mi fido di te
Cosa sei disposto a perdere
Eh mi fido di te
Mi fido di te
Cosa sei disposto a perdere


Il sole al tramonto
sta afferrando
una parte del treno.
(Ishida Hakyo)

Quel treno mai afferrato
che corre verso il mare senza di loro



Perché la rabbia?

Perché chi si arrabbia con l’altro si arrabbia? Insieme abbiamo provato a fare logiche deduzioni perché si sa, parlare a voce alta aiuta a schiarirsi le idee. Ognuno ha le proprie ragioni perché ognuno, dell’altro, vede ciò che vuole vedere e non necessariamente ciò che è, quindi chi si arrabbia pensa di avere ragione e non si mette in discussione anche se magari quella parte che vede non esiste neppure. Chi si arrabbia non arriva ad amare l’altro per ciò che è donandosi e affidandosi. Vuole solo avere ciò che vuole, come lo vuole, non considerando che amore è semplice rispetto, profonda condivisione, definitiva fiducia. Ognuno di noi porta, quando arriva in un rapporto meraviglie che porta solo proprio in quel rapporto ma, chi si arrabbia non le vede, non le coglie, non le ascolta. Da parte di chi subisce la rabbia, proprio perché chi subisce resta fino allo sfinimento, ci sono centinaia di tentativi ma l’esperienza ci racconta che chi è rabbioso o arrabbiato, o entrambe le cose, non vuole il chiarimento, l’accettazione, la pace. Chi ha, come il centro di un rapporto se stesso, sarà sempre più insoddisfatto e arrabbiato fino a quando, in una battaglia costante, porterà alla distruzione di tutto. Chi ha subito, china la testa e, con tutta la tristezza e l’amore del mondo, non può fare altro che accettare la sconfitta. L’altro voleva solo se stesso e la soddisfazione dei propri desideri come se chi aveva di fronte non ne avesse e fosse solo il mezzo per appagare i propri. 
Difficile, dopo tutte queste condivise analisi, raccogliere le forze e sorridere. Ma i cuori grandi sperano sempre ci sia un giorno migliore. E quando i cuori che si capiscono si parlano è già amore che torna. Magari da un’amica e non dal padre dei propri figli. Ma sempre di amore si tratta.


domenica 15 luglio 2018

Le pesche nella torta

2 uova, 250 grammi di ricotta, zucchero q.b., 75 grammi di burro, farina 1 q,b., pesche a cubetti nell’impasto, lievito vanigliato. Carta da forno in una piccola teglia rettangolare, impasto e fette di pesche sopra. 40 minuti a 220 gradi. 
Cosa ci fa presupporre che l’altro, incontrato, sia come noi? È stupida presunzione? È magnifica illusione? Cosa ci porta a intraprendere un pezzo di cammino della vita proprio con qualcuno e non con un altro? Sana propensione alla socializzazione? Innocente ottimismo nel vedere tutto più sfumato di rosa che non di grigio? E cosa succede ai rapporti perché non resistano? Cosa succede lungo il cammino, a quelle persone che si erano sorrise e prese per mano, quando ad un certo punto non si riconoscono più fino ad urlarsi contro? Si cambia? Ci si aspetta che sia l’altro a cambiare? Uno procede e l’altro resta fermo la’, alla casella di partenza? Perché un amico non si dice più amico, un’amica se ne va, due fratelli si odiano, un amore finisce? E soprattutto, perché a questi finali non si arriva mai in accordo così come si era arrivati all’inizio? Non sarebbe molto più semplice non incontrarsi mai o incontrarsi per sempre? Perché decidere di amare alla fine spesso risulta così sofferenza? E perché alla fine c’è sempre rabbia? Ma non doveva essere solo tutto amore? 

A misura d’uomo, Roberto Camurri

Non è assolutamente il mio genere eppure non riesco a fermarmi. 
Sarà questa struggente malinconia che si sposa bene con queste giornate di caldo, di città, di ricordi.
Sono racconti diversi che però, in qualche modo, si incontrano con i loro personaggi, in un srotolarsi della vita dove il vivere e il guardarsi indietro con nostalgia sembrano un tutt’uno.
La giornata è fiacca. Oggi arriverà la parola fine.

Piccoli sani cocktail

Ho lavato e tagliato pomodori dell’orto piemontese. 
Ho centrifugato. 
Aggiunto sale, pepe e foglia di basilico per profumare. 

sabato 14 luglio 2018

Per un’ora d’amore

Per un'ora d'amore non so cosa farei
per poterti sfiorare non so cosa darei
chiudo gli occhi senza te
le serate non finiscono mai
sole giallo mare blu
non vorrei farti restare così
un ricordo d'estate di più
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
Per un'ora d'amore non so cosa farei
per poterti sfiorare non so cosa darei
chiudo gli occhi, ti vorrei
non nei sogni ma così come sei
sole giallo mare blu
mi risveglio ora che manchi tu
aspettarti e sapere che ormai
io per un'ora d'amore venderei anche il cuore
io per un'ora d'amore venderei anche il cuore
Chiudo gli occhi penso a te
i ricordi non finiscono mai
sole giallo mare blu
come il vento sei volata anche tu
non rimane che dire vorrei
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
e per un'ora d'amore venderei anche il cuore
Per un'ora d'amore non so cosa farei
per poterti sfiorare non so cosa darei
....


Le coppette golose

Alternanza di 3 strati di crema di 2 tuorli d’uovo, 250 grammi di mascarpone, 5 cucchiai di zucchero bianco super fine e pavesini al cioccolato bagnati in caffè decaffeinato amaro. 
Tienimi per mano al tramonto, 
quando il giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle… 
Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto… 
Tienimi per mano… portami dove il tempo non esiste…
(Hermann Hesse)



L’amore è potere, o almeno gli somiglia molto

Solo il titolo è valso l’acquisto. 
Si inizia ...

Le mele cotte nei biscotti

Avevo cotto due mele ma le pesche le avevano spinte in una angolo. Le ho pulite e tagliate a cubetti. Ho aggiunto 1 uovo, 5 cucchiai di zuccchero, 70 grammi di burro sciolto e farina antigrumi q.b.. ho versato cucchiai di impasto su carta da forno per circa 30 minuti a 220 gradi. 

venerdì 13 luglio 2018

Shiver

walk a mile with a smile
And I don't know
I don't care where I am
But I know it's alright
Jump the tracks
Can't get back
I don't know anyone around here
But I'm safe this time
'cause when you
Tell me, Tell me, Tell me
Stupid things, like you do
Yes, I
Have to, have to, have to
Change the rules
I can't lose
Cause I shiver
I just break up
When I'm near you
It all gets out of hand
Yes I shiver
I get bent up
There's no way that
I know you'll understand
We talk and talk
'round it all
Who'd have thought
We'd end up here
But I'm feeling fine
In a rush
Never trust
You'll be there
If I'd only stop and take my time
'cause with you
I'm running, running, running
Somewhere I can't get to
Yes I have to have to have to
Change the rules
I'm with you
Cause I shiver
I just break up
When I'm near you
It all gets out of hand
Yes I shiver
I get bent up
There's no way that
I know you'll understand
What if you get off at the next stop
Would you just wave as I'm drifting off
If I never saw you again
Could I (could i)
keep all (all)
of this (of this)
Inside
Cause I shiver
I just break up
When I'm near you
It all gets out of hand
Yes I shiver
I get bent up
There's no way that
I know you'll understand

Prima o poi andrò anche in montagna


Incontri o scontri?

Certi incontri della vita sono destinati a essere scontri. Dall’inizio alla fine. Forse perché non sarebbero dovuti avvenire e il destino ti punisce anche se poi è proprio al destino che vorresti chiedere “ma non combini tutto tu?”. Forse restano tali perché, per tutti gli sforzi fatti, non riescono proprio a prendere una strada diversa come se uno non sapesse guidare o leggere i cartello autostradali. Forse perché sono stati vere e proprie battaglie dove più che un incontro sembrava di  essere su un campo dove nemici si affrontavano. E’ che gli scontri, come gli incontri, mica te li cerchi sempre nella vita. Avvengono, ti travolgono e tu inizi ad essere uno dei due combattenti. E’ che alla fine, quando poi ti rendi conto che non ci sono né vincitori né vinti, ma solo feriti, scendi dal ring, giri l’angolo, lo guardi negli occhi il tuo avversario, e anche se vorresti dirgli “incontriamoci di nuovo”, i knock-out accumulati, ti fanno andare oltre e tacere. Ti volti per cercare un suo sguardo d’intesa ma il tuo nemico si è dissolto. E allora tu pensi che forse non era un nemico ma solo un sogno.

I bilanci

L’estate ci avvolge in una strana atmosfera. Soprattutto a questa età. I ritmi rallentati delle strade senza traffico e il tempo delle passeggiate silenziose ci portano inevitabilmente a pensieri. E’ l’età dei bilanci e sembrano essere tutti in negativo. E’ il momento di verificare il saldo e la sensazione che si ha è che propenda al rosso. E’ quel momento della vita in cui non si ha più la spensieratezza di quando si credeva che tutto sarebbe successo, senza peraltro non pensare a nulla di preciso. Non è più il tempo di quando il tempo sembrava infinito ed eravamo convinti che ci avrebbe accolto in un grande progetto di vita. E’ piuttosto il momento in cui, tirando le fila, sembra che il maglione si sia accorciato, il vestito abbia qualche tarma e iniziamo tutti ad avvertire qualche brivido di freddo anche nella calura estiva. E’ un po’ una sensazione di pacata triste consapevolezza, una malinconia dell’anima che sa di doversi in qualche modo accontentare perché la vita ci ha attraversati e abbiamo imparato, pagando un conto da ristorante stellato, che non è la vita a nostra disposizione ma che siamo noi a dover fare pace con essa. Con quello che ci propone e che non cerchiamo e con quello che ci sottrae mentre lo vorremmo trattenere. Siamo protagonisti di una pièce teatrale dove i cambi scena non li decidiamo noi ma piuttosto siamo succubi dei capricci del regista. Siamo in quell’attimo in cui, molti di noi, si accontentano se una giornata è andata senza che sia successo qualcosa di brutto mentre ogni mattina, lo ricordiamo bene, credevamo che il tramonto sarebbe stato pieno di meraviglie da raccontare. Siamo che ci restano sempre i sogni che a volte fanno male ma che sono l’unico modo per non spegnere la nostra anima in questa corsa della vita, in cui nessuno vince ma dove al traguardo, chi prima chi dopo, si arriverà pieni di cerotti e speriamo anche con qualche mezza medaglia. Che sia d’oro o disegnata nel nostro cuore, questo non conterà. O, a noi sognatori, questa vita piace pensarla e viverla così.

giovedì 12 luglio 2018

Tutta colpa delle cicale

Sono ingannevoli le cicale con il loro canto di luglio. Ti avevano fatto credere che, i sogni con i quali avevi aspettato questa estate, si sarebbero esauditi. Che avresti raccontato, sussurrando, tutte le meraviglie che avevi dentro e che il tuo pubblico avrebbe spalancato gli occhi non più incredulo ma, finalmente, appagato. Le maledette cicale ti avevano illusa che avresti ascoltato, chiudendo gli occhi come quando da bambina ti leggevano una favola e tu eri pronta ad addormentarti serena, parole uniche e indelebili. Che avresti vissuto finalmente quel momento come ogni momento merita di essere vissuto. Luglio sta avanzando, le cicale continuano a cantare e tu ti aggrappi ai tuoi sogni sapendo che non si avvereranno ma volendoci credere così tanto da pensare di essere felice anche solo con essi. 

Ti presento
un vecchio amico mio
il ricordo di me per sempre
per tutto quanto il tempo
in questo addio
io mi innamorerò di te

a te dolce amica, nuvola leggera, piena di tutto ...

E se ci avessero educato a trattenere, a non dire, a non raccontare, a non lasciarci andare? E se ci avessero raccontato che non si deve far pesare, ci si deve sapersi comportare, si deve e non si deve? E se tutti questi messaggi educativi, seppur a fin di bene, ci avessero in qualche modo modellato e condizionato l’anima? Perché siamo tutti così pieni di schemi mentali? Di ciò che è giusto e sbagliato e soprattutto di ciò che è bene o male dire e fare perché gli altri hanno e devono avere sempre la precedenza su di noi? Alla fine, chi ci perde siamo solo noi perché in questo meccanismo perverso e ingiusto, noi perdiamo noi.
Forse dovremmo, al di là di cosa ci hanno raccontato, ricordarci che la vita ci scorrerà comunque tra le dita e alla fine, una fine che sarà molto prima di quanto il tempo ci illuda, forse sarà più bello un giorno guardarsi indietro e dire “che bello quell’istante in cui ho detto ti amo, ho sorriso e ho corso a perdifiato e sono stata me stessa piangendo a dirotto e ridendo a crepapelle incurante di chi ascoltava, di chi guardava, di chi giudicava, anche se quel giorno è durato solo un giorno”. Perché lasciarsi andare con un pianto, una parolaccia o un sorriso è vivere. E ognuno di noi è troppo bello perché la vita faccia a meno di ognuno di noi e di tutte le nostre emozioni.

Tutta colpa di Freud, Paolo Genovese

Lo capisci subito che qui è avvenuto il contrario di quanto accade di solito e che è dal film che è nato il libro. I dialoghi sono identici a quelli del film (a riprova che tra le mani hai la sceneggiatura) e dopo aver sorriso, comodamente seduta su una poltrona del multisala o sul divano di casa, sorridi di nuovo scorrendo le parole. 
Riesci a godere di queste pagine ricordandoti l’interpretazione degli attori che hanno contribuito a dare espressione tono e vivacità.

Un libro per l’estate. Che sia in città o sotto l’ombrellone. Godibile ma senza troppe pretese.




Oggi cercavo, tra gli scaffali dell’etere, qualche nuova idea per immergermi e farmi sommergere dalle parole, uniche consolatrici, uniche amiche, uniche amanti, uniche perle in grado se non di risollevarmi almeno di provare a distrarmi. E come succede spesso quando sono in un particolare stato d’animo, tra i milioni di consigli che potrei ricevere, tra le migliaia di idee che potrei avere, sembra che i libri mi parlino alla distanza. Cosa succede quando succede questa magia? Cosa fa in modo che mio stato d’animo trovi il libro che parla di lui? E’ il sole? E’ la luna? E’ la magia dei libri? Propendo ovviamente per quest’ultima ipotesi perché credo fermamente che i libri curino l’anima. E allora i libri vengono da te.
Ora esco e corro in libreria e comprare Berta Isla di Javier Marías perché ecco cosa ho letto a questo proposito …

“ … La pace, purtroppo, è solo sempre apparente, e transitoria, una messa in scena. Lo stato naturale del mondo è la guerra. Spesso aperta, e se no, latente o indiretta, o semplicemente rinviata. Ci sono sempre vaste porzioni dell’umanità che cercano di danneggiare le altre, o di strappare loro qualcosa, regnano sempre il rancore e la discordia, e quando non regnano si preparano e stanno in agguato. Quando non c’è guerra c’è la sua minaccia, e quello che potete fare voi, gli elementi più dotati, è lavorare affinché rimanga in questa fase, quella del rinvio, della semplice minaccia. In embrione, senza mai scatenarsi. Voi siete in grado di evitarle, o almeno di deviarle e risparmiarle ai viventi di oggi, fare in modo che scoppino più tardi, quando ci saranno altri a farne le spese, o forse anche nuovi soggetti in grado di tornare a sviarle ... “.

E ho pensato che anche nelle relazioni è così.  La pace è spesso solo apparenza, transitoria ed illusoria. La guerra, gli attacchi, sono sempre pronti ad esplodere e a distruggere. A volte senza motivo. Senza un perché.

domenica 8 luglio 2018

Petto di pollo birra bionda e miele

Ho tagliato a straccetti 8 fettine sottilissime di petto di pollo. Ho coperto con 750 cl di birra bionda. Ho aggiunto sale, pepe e, alla fine, 3 cucchiai di miele di Karpathos. Ho fatto asciugare. 
Da cuocere, prossima volta, in birra scura per maggior equilibrio con il miele.

Torta salata saporita

Ho riposto in una teglia rotonda da forno un foglio di pasta sfoglia. In una ciotola ho mescolato insalata pan di zucchero, tonno, pecorino al pistacchio e pasta di acciughe. Ho versato sulla pasta sfoglia e cotto per 45 minuti a 180 gradi. 
Ho servito come seconda portata. 

Spatzles finger food e ricotta siciliana

Ho passato per qualche minuto, in una padella di pietra,  con 5 cucchiai di olio extra vergine di oliva umbro 300 grammi di spatzles. Ho aggiunto una bella macinata di pepe e 50 grammi di ricotta salata grattugiata. Ho riposto in 4 bicchierini di vetro finger food e servito come prima portata. 

sabato 7 luglio 2018

Ti rubano il telefono ...

O forse lo perdi ... e così ti senti in mezzo al deserto. Improvvisamente senza braccia e senza gambe, forse addirittura senza cervello. Si, ti senti così. Una decerebrata. Definitivamente persa. Come faranno coloro che ti cercano? E tu come farai a dire loro che non ti possono trovare? E chi avrà ora mano tutte le tue foto di quel mare turchese che solo a guardarlo sentivi il cuore riaprirsi in mezzo al cemento e ai clacson che dopo pochi giorni non sopporti già piu’? E le tue password? E i promemoria delle medicine delle tue allergie? E tutti in numeri di telefono e i compleanni e i prossimi appuntamenti delle visite mediche? Eppure tutto, ma proprio tutto, fino a qualche anno fa, si faceva, si ricordava, si festeggiava, si organizzava.
Forse fra qualche ora mi sentirò meno persa, forse più libera proprio come in quel mare ghiacciato e turchese che ora  posso solo ricordare facendo appello al mio cervello e ai suoi ricordi. Quel cervello che ora, senza un maledetto telefono, sembra essere stato asportato.

Nostalgia greca

Yogurt greco, anguria, melone bianco, miele di Karpathos.

Il cocco ricoperto di fondente

1 uovo, 250 grammi di ricotta, 3 cucchiai di zucchero, 250 grammi di cocco grattugiato. 
Cucchiaiate su carta da forno per 35 minuti a 200 gradi. 
Una volta raffreddati, colata di cioccolato fondente fuso. 

venerdì 6 luglio 2018

... tu non ti stanchi mai tu non ti fermi mai
con gli occhi neri e quelle labbra disegnate
e come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte
tu non mi basti mai prendimi l'anima ...