domenica 27 settembre 2015

Il posto dei santi, Negramaro


ho leccato anche il sale dagli occhi
per saperti più forte degli altri
ho nascosto anche le pieghe del nostro cuscino perché tu non possa annoiarti
ho rubato l’odore dai sensi
ti ho sentito col naso che menti
ho tenuto ben stretto fra i denti
il respiro per non far sapere i tormenti
ho sentito il rumore del cielo diventare ogni giorno più grande
ho copiato il frastuono che fanno anche gli alberi quando la vita è ingombrante
ho ingoiato il sudore del mare
indossando le nuvole grigie
ho capito che tutto appartiene al resto che manca non solo se esiste
vivere non è abbastanza se
non c’è distanza che non ti permetta di desiderare
perdersi, per poi riprendersi
non è dividersi,
siamo sostanza che non può svanire
ho strappato le ali dai sogni
per cadere ogni volta sui tetti
preferisco restare coi gatti sul mondo che tanto comunque ritorni
e ti accorgi che quello che senti
ha radici nel posto dei santi
ma tradotto nei gesti dell’uomo che sbaglia ogni volta si torna perdenti
ho imitato le nuove stagioni
per cambiare la pelle del giorno
ho coperto ogni singola parte di pelle del corpo con petali e fiori
ho chiamato per nome coi santi
troppo comodi troppo distanti
li ho convinti di avere paura di quelli che giocano a fare i potenti
vivere non è abbastanza se
non c’è distanza che non ti permetta di desiderare
perdersi, per poi riprendersi
non è dividersi,
siamo sostanza che non può svanire
vivere non è abbastanza se
non c’è una danza che non ti convinca di poter volare
liberi senza rinchiudersi
e infine arrendersi a questa stanza che non sa dormire
mi sono accorto proprio adesso
che non ha occhi questo inverno
dagli occhi passa solo vento
e porta via con sé il rimpianto
di un cielo che non si è più spento
illudimi che adesso posso
vivere eh
vivere eh
vivere non è abbastanza se
non c’è una danza che non ti convinca di poter volare
liberi senza rinchiudersi
e infine arrendersi a questa stanza che non sa dormire
a questa stanza che non sa dormire
in questa stanza che non sa dormire
siamo sostanza che non può sparire
non può sparire
tu non sparire

Mini dessert della domenica

Ho mescolato 250 grammi di ricotta con 1 cucchiaio di zucchero a velo vanigliato e 3 cucchiai di caffè nero concentrato. Ho riempito coppettine e guarnito con un cucchiaino di corn flakes e frutta secca e un cucchiaino di marmellata ai frutti di bosco.


Finger food della domenica

Ho lasciato a bagno per qualche ora 100 grammi di farro. L'ho lavato, scolato e cotto al vapore per circa 15 minuti. L'ho condito con olio extra vergine, pepe bianco e parmigiano stagionato.

Ho lavato e spezzettato 150 grammi di pomodorino datterino lasciandoli sotto sale grosso per qualche ora. Ho lavato sotto acqua corrente e mescolato a 200 grammi di feta tagliata a dadini. Ho condito con un filo di olio e pepe selvatico nero.

Ho riempito bicchierini finger food e servito ad ogni commensale la coppia di antipasti.


lunedì 21 settembre 2015

Hamburger di pollo speziati

Ho adagiato in una grande padella antiaderente 4 hamburger di pollo. Li ho cosparsi di 3 cucchiai di olio extra vergine e un bicchiere di vino bianco aromatico e leggermente frizzante.  A metà cottura ho  cosparso con 1 cucchiaio colmo di paprika forte e 1 colmo di curry. Ho cotto a fuoco lento girando di tanto in tanto per circa 15 minuti fino all'assorbimento del vino. 
Ho servito con semplice insalata mista.

mercoledì 16 settembre 2015

Eureka Street, Robert Mcliam Wilson

Sono irriverenti, sognatori, frastornati i protagonisti di questo romanzo. Lo sono un po' come fanno apparire anche la loro città, Belfast. Dove tutto e tutti sembrano lottare per qualcosa o rincorrere un sogno, più o meno grande. Che sia la pace o la ricchezza, la riscossa o gli ideali. Tutti a discutere, lottare, scontrarsi per poi, alla fine, capire che forse siamo un tutt'uno e quelle guerre sono comandate da altri senza la nostra vera partecipazione. Jack e Chuckie, un cattolico e un protestante la cui eterna amicizia e' la risposta, insieme agli amori trovati dall'altra parte del mondo o della presunta "barricata". 

" ... Preparo il caffè. La caffettiera sbuffa e gorgoglia. Sono un po' stordito dalle festanti sinfonie del l'euforia che mi risuonano in testa. Chissà. Forse tra un anno lei non mi farà sentire più così. O forse solo tra sei mesi. Forse un giorno non ricorderò neanche più la velocità con cui questa notte il sangue mi pulsa nelle vene. Forse un giorno un'altra, un'altra donna addormentata nel mio letto, mi farà sentire come oggi è io penserò che non era mai successo nulla di simile. Forse, ma oggi tutto ciò non ha alcuna importanza. Tra sei mesi potremmo essere tutti morti. Viviamo in un universo sconfinato, dove c'è spazio per ogni tipo di finali e per un numero infinito di incipit. Questo mi basta. ..." 

giovedì 10 settembre 2015

Mi chiamo Irma Voth, Miriam Voth

E alla fine imparerò a farmi guidare esclusivamente dalla "pancia" che, quel giorno, non si muoveva. Perché di questo romanzo nulla mi attraeva. La presentazione dai toni entusiasti, in copertina, mi ha imgannata e così e' uscito con me dalla libreria. Una volta pensavo che un romanzo che non mi piacesse potesse essere troppo complesso o troppo particolare. Mi imputavo quasi la "colpa" di non essere alla sua altezza. Ora, da grande, mi permetto di dire semplicemente "non lo consiglierei mai" ... Perché non mi ha fatto sentire nessuna musica. E quando le pagine scorrono, la musica della poesia ti deve raggiungere. Le corde dell'anima, del cuore, dell'essenza, devono essere scosse e suonate. Il silenzio mi ha avvolta, scosso solo da un po' di noia.

martedì 8 settembre 2015

Atti osceni in luogo privato, Marco Massiroli

Mi ero fatta stupidamente fermare dall'immagine di copertina e non lo avevo acquistato. Mi era stupidamente sembrata un'immagine al di là della provocazione, quasi volgarità gratuita. Sono andata intelligentemente oltre quella momentanea stupidità e ho preso queste pagine tra le mani per non abbandonarle più. E forse, non le abbandonerò mai. Perché è un libro che parla di altri libri. Perché' e una storia che parla della crescita di un ragazzo che poi diventa uomo ma che in tutto questo diventa ciò che gli hanno insegnato ad essere: libero. Un padre sognatore, una madre affascinante, un'amica bibliotecaria che lo guida attraverso libri che diventeranno insengnanti e insegnamenti insieme a lei. La scoperta del proprio corpo e dell'incontro con i corpi altrui e la ricerca di chi lo farà sentire finalmente libero e uno con l'altro e con se' stesso.

"... Più volumi troverai in casa si una persona è maggiore sarà il suo grado di infelicita.".

... Allora era questo l'amore? Una prima persona plurale? Lo chiesi a papà: dalla fotografia sognante della lapide capii che si, era anche questo. ...

... "Ti penso sempre: in biblio' e' venuto un sedicenne che mi ha chiesto un consiglio di lettura. Ho deciso per "la collina dei conigli" e mentre glielo davo ti vedevo a mille chilometri di distanza con la paura di scegliere tra la vita è l  'oscenità, senza sapere che sono la stessa cosa. L'osceno e un tumulto privato che ognuno ha, e che i liberi vivono. Si chiama esistere, e a volte diventa sentimento.".

... Le raccontai se la mia telefonata l'avesse infastidita - sorpresa - . Stupore ancora una volta. La nostra storia aveva attecchito all'imprevedibilità. È da un'attrazione che resisteva. 

... "Se sei capace assaggia e scappa, altrimenti dattela a gambe". ....

... Se subito non mi trovi non scoraggiarti/se non mi trovi in un posto cercami in un altro/in qualche posto mi sono fermato e t'attendo. ...

Ognuna era stata il mio diario affinché Anna fosse la mia libertà, lo pensai mentre la guardavo. Lei se ne accorse. Sono brutta? Domandò. Sei tu, dissi.

sabato 5 settembre 2015

Budino per ... non buttare.

Ho versato 3/4 di litro di latte in una casseruola con 3 tuorli d'uomo, 3 cucchiai di zucchero di canna scuro, 2 di farina e 150 grammi di cioccolato fondente. Ho mescolato è portato ad ebollizione. Ho versato in un recipiente e dopo aver raffreddato, messo in freezer. 
Al rientro  ci sarà un dessert pronto.

È il cuore salta un battito, Claudio Rossi Marcelli

... "Ormai non ti scappo" ... La loro presentazione. Di Manlio a Claudio. Potrebbe essere un'inquietante presentazione, oppure, meravigliosa. Come se in una prima stretta di mano ci fosse già scritto il futuro. È così ha inizio una lunga storia che non si sa come potrebbe terminare ma che lascia intravedere comunque una bella prospettiva sul futuro. Si incontrano giovani, si amano, si lasciano e si ritrovano un po' più cresciuti, un po' più maturi, un po' più individui e, come ogni  volta, si rivedono con il salto di un battito del cuore.  
Come avviene sempre, ogni volta che incontriamo o ci scontriamo con qualcuno che è rimasto sotto la nostra pelle. 
Una storia d'amore come mille , come mille, unica.

giovedì 3 settembre 2015

Barchette di indivia ripiene

Ho lavato le foglie di due cespi di indivia. Ho frullato 2 scatolette di tonno con 200 grammi di formaggio di capra. Ho aggiustato di sale. Ho riempito le foglie guarnendo con chicchi di pepe rosa e peperoncino. Ho servito con focaccia bianca di kamut.

Se il mio canto sei tu, Mina

...
Non lo so  
Se eri davvero l'uomo dei miei sogni,
Se oltre la tua vita
Ti importava qualcosa di me,
E io vorrei
Ricordarmi la strada lunga e buia
Che mostravi sorridendo
A chi trovava la porta per amarti,
Cosa darei
Per rivivere un'ora i tuoi silenzi
E la tua bocca
Che si apriva misteriosa su di me,
Ma se il mio canto sei tu
Vale la pena di crederci ancora,
E lo vorrei,
Come le cose che non tornano più,
Ma se il mio canto sei tu.
Contro di te
Risvegliarmi al mattino senza fretta
E il sole sul cuscino
Era il tuo cesto di fiori per me,
E io cantavo,
Avevo voglia di capire la vita,
Goderla goccia a goccia
Nell'armonia che creavi per me,
Ora sto qui
A contare le ombre della stanza
E non ci sei
A tenermi la mano che trema,
Ma se il mio canto sei tu
Vale la pena di crederci ancora,
Sì lo vorrei,
Come le cose che non tornano più,
Ma se il mio canto sei tu,
Ubriaca d'amore come allora,
E ti vorrei
Come le cose che non tornano più,
Ma se il mio canto sei tu
Vale la pena di crederci ancora,
Sì ti amerò,
Come le cose che non tornano più,
Ma se il mio canto sei tu.
Sì ti vorrei
Come le cose che non tornano più,
Ma se il mio canto sei tu

martedì 1 settembre 2015

Letta su una parete di un bar ...

Nessuno è nato sotto una cattiva stella. Semmai ci sono persone che guardano male il cielo.

Trevisana al forno

Ho aperto un cespo di insalata trevisana rotonda. Ho lavato le foglie senza asciugarle e le ho appoggiate su un foglio di carta da forno adagiato, a sua volta, su una pirofila di ceramica. Ho cosparso di scaglie di grana.  Ho fatto appassire in forno per circa 20 minuti a 220°.
Ho servito cospargendo con gocce di aceto balsamico.