martedì 17 luglio 2018

Il male “minore”

E’ che a volte dobbiamo scegliere il male minore anche se minore non è neanche un po’. Siamo costretti a scegliere tra un male senza una ragione ed uno con una ragione. Scegliamo il secondo perché se è vero che per amore uno non dovrebbe soffrire, ancora meno può essere sopportabile in costanza di presenza quando motivi per soffrire non ce ne sarebbero perché per definizione l’amore dovrebbe essere sorrisi e divertimento e definitivamente pace dell’anima. L’amore dovrebbe essere un’oasi dove potersi rifugiare per sfuggire a tutte le brutture del mondo, dove sai di poter trovare quella meraviglia che non trovi da nessun’altra parte, mai e in nessun altro. Un luogo dove progredire e migliorarsi e correre e raggiungere e costruire e vivere con tutti i suoi colori. Ma ci sono casi della vita, o dell’amore, in cui chissà perché quella presunta oasi diventa un luogo infernale dove hai guerra e buio e dolore. E allora, mentre ti chiedi “perché”, mentre chiedi “perché”, dopo averci creduto, provato, e mille volte ancora, giorno dopo giorno ti incammini alla resa e, alla fine, alzi bandiera bianca. Scegli l’assenza dell’amore. L’assenza quando desideri, vorresti, aneli, aspiri, sogni, è dolore allo stato puro. E’ non ragione. E’ non equilibrio. E’ notti insonni. E’ mancanza di appetito. E’ desiderio costante e incessante di cercare, telefonare, riprovare. E’ dolore lacerante allo stomaco e in ogni fibra. L’assenza, però, ha un perché nella sua stessa natura. Morire d’amore perché l’altro non c’è ha una ragione che il cervello cerca di accettare ed elaborare. Il cuore si sa, continua a sanguinare ma ogni volta il cervello prova a mettere punti di sutura, cerotti e matite emostatiche. Il cervello convince a pensare a quell’oasi in un’altra oasi, a quella meraviglia in un’altra meraviglia, a quel sogno con un altro sogno. E allora il cuore piange ma il pianto ha un perché. Quell’amore non c’è. E, se l’amore non c’è, essere per tutta la vita tristi e inconsolabili è accettabile. E’ dignitoso. L’amore, come noi, deve avere una dignità.


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