lunedì 13 agosto 2012

La vendetta, Marco Vichi

Pensavo fosse un giallo. Forse un po’ lo è, ma non di quelli definibili “classici”. E’ un giallo dove i misteri della vita vengono comunque dipanati nel tempo e dove la resa denti conti poi tra i colpevoli e le vittime arriva. Dove poi chi ha subito un torto, uno di quei torti come perdere una persona, alla fine si ritrova, anche non volendolo a vendicarsi. Senza cercare ad ogni costo di restituire ciò che si è subito, senza l’ arsura di vendetta, senza pensare sempre e solo a far scontare anche solo la metà delle sofferenze che si è subito ma, a volte, accade. Succede che il caso, la vita, si sveglino, si scuotano, tornino a bussare alla tua porta e ti propongano di vendicarti e allora è difficile non farlo. Lui ha perso la donna che amava. L’ha persa per una meschinità gratuita di quello che pensava fosse il suo miglior amico. Lui passa una miserabile vita sotto i ponti di Firenze fino a quando l’”assassino” della sua vita torna in città. Come lasciar correre l’occasione per restituirgli il male subito?

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