E poi, inaspettatamente, in un giorno in cui tutti sono in spiaggia, tu finisci in ospedale e mentre aspetti che “aggiustino” il tuo compagno di sventura, conosci, tra un tuo “quasi svenimento” e l'altro un meraviglioso nonnino. Lui ti racconta di essere caduto di notte. Era in casa, con la moglie inferma e per non disturbare i parenti, ha aspettato l'alba per chiamare aiuto. Ha un occhio nero, gli versi dell'acqua, gli togli la busta del ghiaccio ormai tiepido e continui a chiacchierare. Lui e' dolce, ha i capelli bianchi, la voce bassa e musicale e parlate e parlate nel trascorrere del tempo. Poi vi salutate e vi fate gli auguri. E poi, siccome il giorno dopo sarei dovuta tornare, nell'eventualità fosse ancora ricoverato, ho preparato dei cuoricini. Sono arrivata, era lì, seduto e sorridente, in attesa di essere dimesso. Ci siamo salutati e gli ho detto che mi ero permessa di portargli dei dolci e lui mi ha sorriso e ha me si e' scaldato il cuore. Ho rivisto i miei di nonnini. E poi ci siamo salutati e lui, "spedito" sulle sue gambette e' uscito. Mi aveva detto di avere ancora la patente e abitare non lontano. Chissà, magari lo rivedrò ma se anche non dovesse succedere, ho avuto, in un brutto momento, un bell'incontro. Il nonnino, di cui non conosco il nome e' stato una carezza al cuore.
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