A lei alla quale voglio un bene infinito e a tutti coloro che, prima o poi, lo sentiranno e con lui sentiranno il coraggio di voler vivere...
Mi ha detto di averlo "sentito". Mi ha raccontato così il suono di quello che sarebbe potuto essere, di quello che potrebbe essere, di ciò' che si capisce non fa più per noi e di ciò' che ancora si pensa debba essere quel diritto alla felicità che ognuno di noi sente di dover sentire. Mi ha raccontato così quella strana sensazione che in questa strana estate sembra dilagare tra chi dovrebbe aver raggiunto un obiettivo e invece sente la profonda dolorosa mancanza di qualcosa. Di quel qualcosa che sembra linfa vitale per poter sorridere e affrontare piuttosto che mestamente annuire mentre il fiume della vita scorre e ci trascina. Il suono dell'infinito puoi far finta di non sentirlo, puoi soffocarlo con gli altri rumori della vita, puoi lasciarlo sedimentare ma e' inevitabile, inizia a muoversi e a smuovere a bollire e ribollire dalle tue profondità fino a quando non si contiene più' e alla fine, con una risata, sgorga e chiede voce per vivere e riportarti alla vita.
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