Ci sono migliaia di gare da fare nel corso della vita. Per alcune ti allenano sin da piccolo, ti insegnano, ti correggono e quando arriva il giorno della prova sei preparato. Magari più' teoricamente che non praticamente ma gareggi e pur non piazzandoti nel medagliere, ti guadagni le semifinali. Ce ne sono alcune in cui ti ritrovi iscritto da chissà chi, forse dal destino, allenatore beffardo e, con le scarpe e i calzoncini ai piedi, non puoi che partire. E no che non te l'aspettavi e allora parti già smarrito come se quella pista non l'avessi mai battuta e solo il tuo spirito competitivo e ottimista ti fanno partire. E corri ma cadi e ti fai male e cerchi di rialzarti e ti guardi indietro, lo vedi il blocco di partenza e ti domandi perchè non hai litigato con l'allenatore e non ti sei rifiutato di correre e pensi al momento in cui, anche per una frazione di secondo, ti sei domandato se l'ottimismo sarebbe stato sufficiente e mentre ti guardi intorno smarrito e senti le urla dello stadio del mondo intorno a te incitare, incoraggiare o fischiare, te e tutti gli altri, pensi che ormai e' fatta e non puoi che rialzarti. Gli errori, le umiliazioni e le corse sbagliate servono. Dopo esserti fasciato la ferita non puoi fare altro che, zoppicante, riprendere la strada e cercare di curarti e guarire per tornare a gareggiare nella vita. Magari scegliendo in quali discipline e con che tipi di avversari avere a che fare. Le allegre spensierate scampagnate dove tutti sono dilettanti e si vogliono bene, fanno parte dei film, negli stadi si fa sul serio, si corre veramente.
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