Imparare a sopportare la mancanza di qualcuno o qualcosa che crediamo indispensabile e che non ci appartiene, e' un lavoro. Un lavoro che fai ogni giorno con impegno e costanza e perseveranza e caparbietà' e testardaggine e ostinazione. Lo fai perché non hai alternative se non quella di soccombere e farti travolgere e stravolgere, se non la vita, almeno una bella fetta. E allora non hai alternative. Devi lavorare su te stesso, sui motivi, i ricordi, le aspettative, le delusioni, le speranze, l'inevitabilità, l'accettazione, l'ingiustizia, la ragione. Lavori affinché quella mancanza che avverti diventi parte di te e non più' un mostro contro di te. Lavori affinché' ti entri nello stomaco, nella pancia, sotto la pelle, scorra nelle tue vene tanto da non sentire più' dolore ma solo beneficio. Lavori affinché arrivi a nuotare seguendo il suo corso e non contro corrente, la segui e la assecondi, non la combatti, la studi, non la contrasti. Le parli per fartela amica e la ascolti pensando che anche lei voglia la tua amicizia. Ci piangi abbracciandola perché non ti faccia più' male ma quasi ti consoli. Imparare a sopportare e' come camminare per mano a quella persona o a quella cosa che ti manca mentre sentendo per sempre la sua mancanza avrai smesso di essere arrabbiato con lei per averti abbandonato o non raggiunto.
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