Fino a quando non hai attraversato un dolore non lo supererà mai e sempre sarai dolorante, fermo, ferito, immobilizzato da quello squarcio che ti sei procurato o hanno inferto senza pietà'. Solo dopo essersi curati la gamba zoppicante con gli antibiotici, o un taglio con disinfettanti, punti e cerotti, il corpo finisce la convalescenza e puoi tornare a correre, agli amici, al lavoro, alla vita di tutti i giorni. Così e' anche per le ferite dell'anima. Quelle che accusi da un amico che tradisce la tua fiducia o un amore che ti abbandona o la morte di un genitore, un figlio, un fratello. Se quel dolore non lo attraverserai cercando di interiorizzarlo, studiarlo, capirlo, accettarlo, accoglierlo, sarai sempre triste e arrabbiato e affranto e astioso e starai li', dopo aver accusato il colpo, solo ad auto commiserarti. Non esistono punti di sutura e infermieri e centri di riabilitazione per l'animo. Il medico che ti può operare sei tu, l'infermiere che porta termometro e the caldo sei tu, il fisioterapista che fa fare ginnastica alla tua testa sei tu. I conti con il nostro animo non possiamo demandarli. Sono nostri. La vita e' coraggiosa accettazione e volenterosa reazione. La vita che la vita prova a sottrarti, o che ti ruba, puoi solo recuperarla in te.
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