Se prendi in braccio un bambino e lo coccoli e gli parli e ti sorride, il fatto che non sia tuo non è di alcuna importanza. Non lo è per le emozioni che vivi. E' un cucciolo nella foresta del mondo che ha bisogno della tua protezione, è un fiore a cui dare acqua perché inizi a crescere, è un piccolo che devi tenere in braccio perché ancora non cammina e a cui dare il latte prima che inizi ad afferrare con le sue mani e mangi senza il tuo aiuto. E' un paio d'occhi limpidi, puri, gioiosi, che non hanno ancora visto nulla ma che proprio per questo contengono la profondità dell'essenza della vita. E pensi, mentre gli parli e sorride, che tutto il resto non conta. Le brutture, le cattiverie, le arrabbiature, le incomprensioni, le tristezze. Nulla ha più un senso di fronte ad un bambino che ti sorride e di fronte al quale i tuoi occhi più vissuti, meno puri, più cupi e tristi, si commuovono e non puoi che cercare di trattenere lacrime perché solo tu e lui, probabilmente, ne capireste il perché.
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