E pensi a quanto tempo e' scivolato tra le dita e a come, mentre andava, quasi mai tu abbia avuto la sensazione di poter fare qualcosa. Per trattenerlo, stringendo il pugno. Per lasciarlo andare, aprendo definitivamente la mano. A come, lentamente tu ne sia stato, alternandoti, succube prigioniero o volontario partecipe. Fermo, incantato, stregato, in una dimensione irreale, aspettando che una porta si aprisse definitivamente perché eri lì. Sotto quel portone, davanti a quel campanello. E pensi che hai mangiato, senza sentire veramente il gusto aspettando di essere invitato al più buono dei banchetti. Hai bevuto, senza avvertire il sapore del vino aspettando di essere iscritto al migliore dei corsi di sommelier. Hai visto, senza aver mai guardato aspettando di vedere con gli occhi dell'altro. Hai sorriso, senza aver mai riso dentro aspettando un cinema con la proiezione più divertente dell'anno. Hai viaggiato, senza essere mai partito aspettando quei biglietti di sola andata per quella meravigliosa spiaggia. Hai pensato, senza aver mai deciso perché sapevi cosa avresti dovuto fare ma eri folle, folle d'amore e l'amore si sa, con la realtà ha poco a che fare. Hai vissuto l'amore impossibile. Niente altro perché tutto, di fronte all'amore, non esiste.
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