E' che mi sono ritrovata a leggerlo, come spesso mi succede, per le pagine che mi rapiscono, nei tragitti a piedi, tra la metropolitana e il parcheggio, il parcheggio e casa, camminando a memoria guardando tra le righe e non davanti a me. Sara scompare all'improvviso e Arno dopo tredici anni di matrimonio e tre figli capisce di non conoscere la donna che ha al suo fianco. C'è un passato non raccontato e c'è una persona che lo lascia senza un motivo apparentemente comprensibile. La rabbia lo spinge a cercarla e mentre la rabbia scema lui, oltre al suo passato scopre l'infelicità di Sara e l'inevitabilità dell'abbandono. Un abbandono che sarà il ritrovare la felicità, per entrambi ... "Ho capito che non tornerai ... Vorrei sapessi quanto ti sono grato per quello che mi hai mostrato: il colore del rimorso, della pena, la di averti, i miei limiti. Il destino esiste, come dicevi tu: il nostro ci ha uniti, separati, riuniti, separati ancora ... E adesso? ... Ho pensato tante cose: ti ho dato tutto quello che potevo, e il fatto che non fosse abbastanza non significa sia stato poco. Senza di me forse troverai chi sappia amarti come volevi. Forse l'hai già trovato ... Ti lascio andare adesso ..."
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