E poi arriva il momento dell' arrendevolezza. Quell’istante in cui ti rendi conto che non ci sono parole da dover ancora pronunciare, canzoni da dedicare, poesie da recitare per avere qualche possibilità. E te ne rendi conto perché chi pensavi dovesse capire, avesse voglia di cantare insieme a te e si sarebbe commosso davanti ad una tua dedica non è accanto a te. Sapeva già tutto anche se non ha avuto il modo, il tempo, il coraggio, la volontà, la possibilità di fare diversamente. Sapevi già tutto anche se non hai avuto il modo, il tempo, il coraggio, la volontà, la possibilità di fargli fare diversamente. Viversi nell’illusione dell’eternità, sapendo che la fine è più vicina dell’inizio, convincersi che si esisterà è il male meno grande rispetto al grande male della presa di coscienza della definitiva assenza. Le parole servono per illudersi di essere vivi a chi la vita non ce l’ha.
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