Chi non ha la pazienza e la volontà di innaffiare i suoi fiori dirà di amarli dimenticandosi di dargli l’acqua necessaria a farli vivere, e darà sempre la colpa al clima sfavorevole, quando moriranno.M. Bisotti
In un’altra vita, quella di mille anni fa, una vita nella quale, ancora giovani dentro o forse come si è sempre giovani quando si incontra l’amore, si parlava spesso di “coltivare” qualcuno per raccontare come così ci si prende l’impegno di alimentare, far crescere, curare quell’amore, quando quell’amore lo vuoi. Si paragonava l’amore ad una pianta, ad un fiore. Dare gesti e parole a quella persona che la vita ti ha donato come dare l’acqua ad un fiore che ti è stato regalato, affinché possa sbocciare e tu possa godere del suo profumo, della sua bellezza. Far esplodere un amore come far aprire un fiore. Il regalo più bello o forse la cosa più spontanea che fai, senza neanche rendertene conto quando quella persona, quel dono, che tu lo stessi aspettando o meno, ora sai di volerlo come niente altro. O la cosa più orribile ed egoista che fai quando non ti curi delle cose che non ti interessano, che tu lo faccia involontariamente o applicandoti. Quando non innaffi, non alimenti, non curi. Fino a far morire quel fiore, fino a gettarlo come la cosa più brutta ti potessero regalare, dimenticandoti magari che avevi detto grazie o, addirittura, lo avevi colto tu …
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