L'impotenza del poter fare qualcosa per provare a cambiare il corso degli eventi, e' una delle sensazioni più' frustranti che si possa provare. Il sapere, perché ci siamo già passati, perché ce lo hanno già detto o fatto capire, che non ci sono parole magiche da pronunciare ne' azioni sconvolgenti da attuare, che possano cambiare il corso delle cose, ti annichilisce. E' come essere costretti a guardare uno spettacolo che non ci piace, legati ad una poltrona scomoda di legno e senza imbottitura, in un teatro vecchio e freddo e non avere la possibilità di alzarci ed andare fuori, per strada a passeggiare o a guardare magari un varietà invece di un dramma. E' come se ci fosse stata assegnata una parte che vorremmo rendere più' sorridente, leggera, brillante e invece siamo costretti a tenere. Quel copione non e' nostro, se avessimo mai potuto scegliere, lo avremmo rifiutato ma invece siamo i protagonisti. E la nostra storia non e' ne' divertente, ne' brillante, ne' a lieto fine ma non possiamo fare altro. Dobbiamo assistere o dobbiamo partecipare sperando che il regista abbia un colpo di genio e il finale possa cambiare.
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