mercoledì 2 maggio 2018

Quello che erano stati non sarebbero riusciti a raccontarlo veramente a nessuno. E non perché non ci fossero testimoni disponibili. Non era quello il punto. Qualcuno forse li avrebbe anche ascoltati. Magari all’inizio interessato e poi annoiato come succede a tutti gli uditori, benché amici, e a loro sarebbe anche bastato, pur di poter urlare silenziosamente quel dramma e quel dolore. Ma la difficoltà nasceva prima. Nel riuscire a capire che qualcosa di unico, particolare e indelebile li aveva travolti con tutta l’interezza delle loro esistenze e che da loro non se ne sarebbe mai andato. Erano condannati. Questo lo potevano comprendere solo loro. Per il resto del mondo sarebbero stati tra i tanti a cui, prima o poi, quel malore sarebbe passato. Non avevano nomi diversi da altri e il loro sentimento poteva avere, per il mondo, il solito nome con il quale un sentimento veniva etichettato. Ma il loro no. Loro, solo loro, lo sapevano bene. Sarebbero stati maledetti per sempre. Era stato il loro incontrarsi in un tempo e in un luogo sbagliati ad avere sconvolto l’ordine. Era stato il loro essere apparentemente uguali a mille altri ma profondamente diversi ed unici ad aver creato quell’universo parallelo in cui entrambi avevano iniziato a camminare perdendo poi la strada. Prima insieme e poi distinti e sempre più distanti seppur spinti dalle stesse pulsioni, dagli stessi desideri, dalle stesse emozioni. E ciò che li aveva accomunati per tutto il tempo, poco alla volta, goccia dopo goccia li aveva corrosi ed erosi. Erano stati consunti, mangiati, divorati da un amore impossibile a realizzarsi. Quella che avrebbe potuto essere felicità era stata distruzione. L’impossibilità aveva fatto crescere i desideri e i sogni che, non appagati dalla soddisfazione e dalla realizzazione, diventavano mostri carnivori sulla loro pelle, sulla loro carne, per la loro anima. Alla fine, che fine non era e mai sarebbe stata, l’uno non riconosceva più l’altra. I loro fantasmi li avrebbero reciprocamente inseguiti e dannati per sempre. La punizione per aver percorso strade impraticabili. La punizione per non aver trovato il coraggio né di fermarsi per tempo né di spiccare il volo insieme. E il limbo, che li aveva tenuti prigionieri per quel tempo, li avrebbe incatenati per sempre.

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