Ieri sera, o era quasi notte, ne parlavamo. In una delle interminabili chiacchiere, in uno degli, come li chiamiamo noi, confronti. Perché parlare con alcune persone e' un po' come parlare con se stessi ma con il vantaggio di far parlare quella parte di te che a volte inconsciamente metti a tacere o che ha, semplicemente, una voce meno squillante della parte di te costretta a vivere nel mondo, quella che si relaziona per forza di cose con gli altri. Parlavamo del "guardarsi allo specchio e sentirsi sereni". L'augurio più' bello che una possa farsi e fare agli altri. Non perché si sia perfetti, moralmente ineccepibili o maestri di chissà quale, profondo ancora sconosciuto ai più' insegnamento, ma solo perché si e' deciso, ancora una volta di essere se stessi. Ecco alla fine con cosa abbiamo a che fare. La nostra immagine, la mattina prima di cominciare, e la sera quando molto e' stato detto e fatto, allo specchio. E stamattina sembra proprio essere capitata a proposito la traduzione nel mio esercizio "leave with your soul". Perché alla fine, che ci resta se non vivere con la nostra anima? Leave with our soul per, alla fine, guardarci sereni nello specchio, di casa e della vita.
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