Correre nel parco della tua città non e' come correre lungo il mare che non ti appartiene. E' una sensazione particolare, di paradossale estraneità come a volte lo e' vivere in quella sequenza di gesti e parole e persone alle quali non fai più' neanche caso per quanto sono ripetitivi e per questo ormai sembrano quasi non appartenerti più. E' tutto automatico, nessuna sorpresa, nessun inconveniente. Stessi orari, stessi tragitti, stessi buongiorno, stesse porte. E, alla fine, e' come se fosse il tuo fantasma a fare le cose. E' come se, a parlare, a sorridere, a lavorare fosse quella parte di te che riesce a fare senza impegno o partecipazione. Correre lungo il mare di una città nuova, sconosciuta e' un po' come rinascere, tirare fuori grinta ed energia. Voglia di vedere, di guardare, di scoprire. Rimettersi in gioco. Pensare al futuro. Tirare fuori quella parte di te, sopita, dimenticata, che ha energia e vitalità ancora da consumare e investire. Peccato non poterlo fare in questi giorni. Peccato doversi accontentare di correre al parco di città e di solo sudare ...
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