lunedì 12 dicembre 2016

Le taratarughe tornano sempre, Enza Gianmaria Napolillo


Ci sono libri che vuoi accanto. Perché hanno sulla prima pagina trascritta una dedica. Perché ti hanno raccontato qualcosa di particolare. Perché hanno toccato tasti sensibili dentro di te. Perché li hai divorati in un giorno di solitudine e ti hanno fatto commuovere più volte. Perché non sempre c’è un perché se non per te e va bene anche così.
Questo è uno di quelli. Da tenere sul comodino, a portata di mano, per rileggerne qualche passaggio speciale la sera prima di addormentarti o quando il silenzio della notte è la tua unica compagnia. Perché è fresco ma maturo. Leggero ma profondo. Pieno di giovani speranze ma anche di mature consapevolezze. Perché parla di cammini e rinascite, sconfitte e cadute, lotte e scoperte, amore e punti di arrivo e di scegliere chi voler diventare da grandi, anche quando grandi lo si è già e forse si è capito di non essere ancora ciò che si vorrebbe essere.

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