sabato 27 agosto 2016

L'altra figlia, Annie Ernaux

Ne hanno scritto e me lo hanno presentato come il "libro rivelazione dell'anno". Mi fermo, alla fine di questa introspettiva triste lettura, per domandarmi ancora una volta cosa faccia la differenza del "mi è piaciuto, l'ho adorato, lo voglio sul comodino" dal "non riuscirò mai a regalarlo, consigliarlo, osannarlo" come per queste pagine. Ho imparato, almeno in questo, ad essere meno severa con me stessa. Siamo noi lettori coloro a cui gli scrittori vogliono dire qualcosa, ci danno da sbranare le loro parole come gli chef fanno con i loro ospiti presentando i loro piatti e noi, quindi, abbiamo diritto ad esprimerci senza ritenerci preparati o meno, acculturati poco o tanto, giustificandoci. Esistono i gusti. Tutto qui. Diversamente a tutti piacerebbero gli stessi abbinamenti, i medesimi arredamenti, le identiche persone. Evviva la libertà e no, non mi è piaciuto questo libro. Troppo intriso di esagerata tristezza. Non tanto nella storia quanto nell'anima di chi la porta a noi.

Nessun commento:

Posta un commento