venerdì 17 agosto 2018

Milano è deserta, è silenziosa, è come se fosse in apnea, immersa negli abissi. Non è lei, caotica, frettolosa, affollata e a volte indisponente.
E’ una città che si è spogliata e struccata. Come un’elegante signora in villeggiatura adagiata su colline silenziose degradanti verso il mare che, disadorna di gioielli e sandali dal tacco alto, si permette lunghe passeggiate a piedi nudi mentre sfoglia svogliatamente una rivista o assapora qualche poesia.
Mentre la vivo, la assaporo, la respiro, mi arrivano fotografie dal mondo. Vedo grattacieli e Oceano, siti archeologici, donne e bambini così tanto colorati che potrebbero insegnarci cos’è l’arcobaleno, stralci di vita che richiamano il nostro passato che spesso facciamo fatica a ricordare. Vedo uva fragola già pronta per essere deliziosamente gustata e scorci di mare in lontananza che richiama i miei sensi, piazze deserte del sud pronte ad accogliere una rumorosa festa di paese.
Sento la mancanza delle persone che mi fanno viaggiare un po’ con loro tanto che in alcuni attimi sono sopraffatta da una forte nostalgia e, mentre vorrei essere un po’ con loro, abbraccio malinconica questa città senza nessuno e di cui, finalmente, riesco a sentire il respiro dell’anima.

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