Direi che ti travolge, sconvolge, trascina e fa fare anche incredibili capriole emozionali questo libro. Indipendentemente a quale dei personaggi pensi di assomigliare di più o forse perché ti ritrovi un po’ in ognuno di essi. Perché tutti abbiamo abbandonato o siamo stati abbandonati. Tutti abbiamo pianto fino a schiantare l’anima o siamo finiti in psicoterapia. Tutti sentiamo mancarci l’aria per un padre morto o un amore impossibile. Tutti siamo padri, madri pieni di paure o avremmo voluto diventarlo per farci sentire finito quel pezzo che sarà sempre la nostra incompletezza. Questo romanzo è magico. E non è perché a Naxos ci sono stata e non è perché anche io, nella vita sono stata piantata “in asso”. È perché noi siamo il risultato di tutte le parti recitate o mancate della vita. Noi siamo come loro. Come Arianna, Di’, Stefano e Damiano. Sempre alla ricerca di noi stessi e sempre alla ricerca della strada per abbandonare tutte le nostre ossessioni, che ci rubano la vita.
Mancano poche righe. E già ne sento la mancanza.
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