domenica 29 aprile 2018

Aveva percorso la città, trasportata. Dal vento, dai pensieri, dai ricordi. Non era la prima volta che accadeva ma quel pomeriggio, come accadava da tempo, con il trascorrere del tempo, tutto sembrava più forte. L'aria odorava e aveva quell'odore. Il cielo, che non si decideva, in un susseguirsi di nuvole sole chiaro e scuro, era quel cielo di certe giornate. I palazzi antichi, maestosi, eleganti, con le loro mansarde, affascinavano la mente e riportavano a quei discorsi inopportuni che poche volte si era potuta permettere di fare su quello che avrebbe desiderato. E, girare senza meta l'aveva condotta inevitabilmente davanti al portone di quel hotel con quel finto camino, a scorgere quel numero civico, a sfiorare quel parco. A sbattere contro tutti i ricordi. E allora le era successo come a tutti coloro che hanno ricordi incisi e ossessionanti. Aveva fatto uno sforzo per ricordarsi se erano tutti veri o solo sogni. Per cercare di strapparsene qualcuno dalla pelle. Per convincersi alla versione più docile e dolce del sogno. In questo caso, forse avrebbe potuto ritenersi salva. Dai sogni ti risvegli. I ricordi lo sapeva, non avrebbero più permesso al sonno di farla abbandonare. La città cambiava sotto il cielo che si preparava alla pioggia. E anche quello, soprattutto quello della pioggia, era un ricordo indelebile.

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