In una sala di attesa, sbirciando la copertina, mi hanno chiesto se fosse un romanzo romantico. Ho risposto "No, non direi, non esattamente".
Perché alla fine, al di là della copertina, della trama e del titolo, non sono riuscita a definirlo "romantico". Forse per i tempi narrativi, forse per l'assenza di quel lessico classicamente imputabile al romanticismo, forse semplicemente perché ogni romanzo ha una personalissima interpretazione a seconda di chi, come e quando lo legge.
È la storia si di un amore nato per sbaglio, come del resto molti amori nascono e che pur non decollando verso il "e vissero felici e contenti" fa' prigionieri i protagonisti. Che pur nella passione cercano di liberarsi, che si nascondono perché clandestini, che soffrono delle separazioni, che scappano, che litigano, che si allontanano, che apparentemente si affrancano, che si raccontano false bugie come il "restiamo amici". Isabella e Roberto che hanno già avuto o hanno una vita. Non scelgono, vivono di sensi di colpa, non vivono restando intrappolati nella loro prigione, sanno di doversi liberare, cadono e cedono, tristi prigionieri senza avere il coraggio di scegliere, intrappolati in un viaggio senza biglietto di ritorno.
Ma se volete sposare l'equazione comune amore=romanticismo, allora essendo la storia di un amore questo è anche un romanzo romantico.
I libri, li accompagni e poi vanno da sé. Cercando qualcos'altro, ho scoperto per caso questa recensione. E dalla recensione son passata poi a dare una sbirciata al blog. Davvero interessante, chiunque tu sia, Annie Francois!Grazie di cuore. Antonella Caputo
RispondiEliminaGrazie a te per avermi letta.
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