L’aveva persa di vista. Forse si era volutamente distratta per non vederla. Forse la foschia l’aveva coperta. Forse invece era stata la stella ad allontanarsi in un moto di stizza, di umor nero, o chissà, magari per semplice riservatezza e timidezza. Ma quella mattina all’alba, eccola là, alta, grande, maestosa e luminosa in un'alba limpida e chiara nei primi giorni di autunno. Come lo era stata da sempre e, ancora una volta, per tutta l’estate.
Il suo nome restava ignoto a lei e forse ai più. Ma lei, come tutti coloro che nelle stelle ci avrebbero creduto per sempre, sapeva come chiamarla sussurrando un lontano, dolce “buongiorno”.
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