Guardavamo, in silenzio, insieme davanti ad una finestra di tutti e di nessuno, un altro tramonto sulla città. Il sole era laggiù, imponente sui grattacieli e quasi infuocato. Io con in mano una qualsiasi bevanda calda, scelta tra le tante senza averla scelta veramente. Lei era vicina, provata, appoggiata a qualcosa per sorreggersi nel suo fisico malato. Ero immersa nelle mie tristezze quando sentii la sua voce dolce dire "Che tramonto ieri sera, io ne ho visti molti perché molti sono i miei anni ma la natura regala a volte cose meravigliose e poi, altre volte, ancora di più belle". Mi voltai e capii che dovevo sorridere e sperare perché se quel viso grinzoso e provato aveva ancora la forza di vedere il bello della vita, io non potevo permettermi di non portare rispetto a quella meravigliosa donna sconosciuta dal viso cosparso di centinaia di sagge rughe.
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