“... E durante la passeggiata della sera, il bassotto e la Regina si parlarono per la prima volta. Stella vagabonda, piovuta da qualche galassia lontana, disse Platone, infilando il muso tra le sbarre della finestrella, io credevo di essere molto felice. Avevo tutto: una casa, il cibo, la sicurezza, l’affetto di un amico uomo. Eppure non ho mai vissuto prima di conoscere te. Sono nato il giorno in cui ti ho incontrato. Perciò, in un certo senso, tu sei la madre che mi ha messo al monde e la dea che mi ha creato. E io che ti onorerò ogni giorno che mi concederai. A modo mio, perché non sono un cane da caccia, né un cane da combattimento. Sono un cane da salotto, un filosofo e un poeta. Sono ricco solo di parole e di pensieri, ma di questi e quelle ne conosco tanti dar rendere la vita varia, avventurosa e piena. Io scriverò per te le canzoni più belle, che nessun cane ha mai sentito, ti farò dimenticare il dolore che hai provato e ti farò conoscere la felicità. La felicità è oggi, ma anche domani, e sempre. …”
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