In una sala d’attesa medica, due volumi datati 1935 e 1944. Due testi scolastici, carta spessa, gialla, sottolineature ordinate e precise “Chimica generale ed inorganica” e “Botanica generale”. Due gioielli, lì, tra i giornali di moda, quelli di attualità e quelli di medicina. Ho pensato a chi sarebbe stato affascinato quanto me nel poterli avere tra le mani, a chi, come me, avrebbe apprezzato il poterli sfogliare, sentire lo sfrigolio delle pagine spesse, stando attenti alla rilegatura ormai fragile. E ho guardato e toccato e sfiorato con gli occhi e le dita. Ho pensato a chi, come me, nostalgico, apprezza pezzi di chi ci ha preceduti. E lì, mentre aspettavo il mio turno, ho pensato a chi potesse aver passato ore su quei libri, a chi possa essere diventato nella vita, a cosa e chi abbia incontrato dopo quelle righe che lo facevano sperare in un futuro, se i suoi sogni si sono avverati e a dove potrebbe essere oggi.
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