"... la vertigine non e' paura di cadere ma voglia di volare...". Così canta Lorenzo e penso che forse sia proprio questa la differenza tra chi non ha fiducia e ottimismo e speranza e forza in sé stesso e nell'altro e chi sì. Così, in un modo o nell'altro, un po' ci nasciamo e un po' ci cresciamo. E' un po' responsabilità' o merito di cosa ci viene trasmesso geneticamente e un po' di come, chi ci sta accanto nel cammino, ci aiuta a diventare grandi. E da grande, ormai, posso dire di aver visto, sentito e vissuto sulla pelle entrambe le specie. Ed e' impossibile non tifare per chi quella voglia di volare ce l'ha. E' il guizzo, il di cui, la consistenza, l'essenza del motivo per cui trascorriamo del tempo qui, con i piedi per terra, gli uni con gli altri Non fidarsi, non affidarsi, non sorridere, non sperare, non sognare, non voler volare, e' come morire dentro, e' come non essere mai nati, e' far star male l'altro che incontri e al quale trasmetti le tue paure facendolo quasi sentire colpevole o responsabile di non aiutarti a liberartene. Lo scotto che pagano coloro che disposti a spiccare il volo, sono delle enormi ammaccature, punti di sutura, cerotti e sanguinamenti ma, alla fine, riesco solo a pensare che sia meglio un corpo ed una mente feriti ma sorridenti per averci almeno provato e per aver vissuto, toccato, sentito, che non un corpo perfetto, liscio e pulito nella sua paura e solitudine.
Bellissimo... verissimo...se mancasse la voglia di spiccare il volo ci ritroveremmo a quella vita anonima che chi è vivo dentro non vuole, chi ha paura invece cerca...XXX
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