mercoledì 19 febbraio 2014
domenica 16 febbraio 2014
Budino al cioccolato in bicchierini
Ho messo in un pentolino antiaderente due tuorli d’uovo con ½ litro di
latte, ho aggiunto 5 cucchiai di zucchero, 4 di farina anti grumi e 5 di cacao amaro. Ho
iniziato a scaldare girando con una frusta e aumentato poco alla volta l’intensità
della fiamma. Ho lasciato che il budino raggiungesse il bollore e ho riempito
10 bicchierini finger food. Ho lasciato raffreddare, poi riposto in frigorifero
e, al momento di servire, guarnito con granella di nocciole e mandorle.
Tiramisù per gli amici
Ho sbattuto 5 tuorli d’uovo con 10 cucchiai di zucchero semolato fine e
500 gr di mascarpone. Ho montato gli albumi a neve e quindi unito le due creme.
Ho bagnato 10 savoiardi morbidi nel caffè decaffeinato (così che potessero gradire anche i bambini) e li ho distesi in una pirofila rettangolare,
ho ricoperto con uno strato di crema, altri 10 savoiardi bagnati nel caffè e un
altro strato di crema. Ho spolverizzato con cacao amaro e riposto in
frigorifero fino al momento di servire.
La lettera scarlatta, Nathaniel Hawthorne
… Chi può dire infatti che
l’odio e l’amore non siano in fondo se non due aspetti della stessa passione
umana? Tanto l’odio quanto l’amore, se raggiungono una certa intensità,
presuppongono una conoscenza reciproca di due cuori così profonda che un essere
umano si trova alla mercè di un altro per la vita del suo spirito; ed è per
questo che tanto l’amante appassionato quanto il nemico inesorabile si sentono
mancare le ragione della vita se sia
loro sottratto l’oggetto dell’amore o dell’odio. …
L’amore,
l’odio, la passione, la vita, il perdono, la morte, tutto quello che da sempre
fa vibrare e fa soffrire, fa risorgere, sperare o spegnere. In una puritana
Boston come nella più moderna delle nostre strade. Ieri come oggi, al di là
delle più o meno esplicite punizioni sociali. Perché le sofferenze più vere e
profonde sono di coloro che le vivono e non è l’assoluzione del mondo che le
può alleviare.
mercoledì 12 febbraio 2014
Ci sono strade che percorri con la costante sensazione che arrivato a quell’incrocio, proprio dietro quell’angolo, fatta quella svolta, ci sarà qualcosa di bello, qualcuno che in qualche modo ti darà il senso del tuo guardarti indietro e capire quanto hai fatto, detto, dato. Non è un traguardo, non è un obiettivo, non è chiaro, è solo una piacevole sensazione che ti avvolge e ti dona, costantemente, energia ed entusiasmo per continuare ad andare avanti. Poi, man mano che cammini, ti accorgi che di incroci ne hai superati molti, di angoli ne hai svoltati tanti e ogni volta ti sei detto “non è quello giusto, il mio è proprio quello là, il prossimo, lo vedo”. E te lo sei detto perché invece di trovare quello che ti aspettavi percepivi solo ancora una sensazione di mancanza e non appagamento. E così hai proseguito, caparbio e inconscio, felice e sciocco. Poi, ad un certo punto, ti accorgi che ogni angolo sarà così, ogni incrocio come quello appena superato e tu inizi a perdere il senso. Il senso di quello che pensavi di volere e che hai cercato senza dargli mai un nome e un volto. Cercavi il tuo completamento. Ti fermi, ti guardi e ti rendi conto che solo tu potrai colmarti, riempirti, appagarti con tutto quello che hai vissuto, quello superato e quello che ti aspetta. Le risposte sono dentro di te. Le gioie anche. Le paure pure. I sogni sono quello che tu sei.
Letto di crescenza con pancetta e zucchine croccanti
Ho lavato, tagliato a fettine sottili e passato in padella 1 zucchina abbastanza grande con olio, sale e pepe bianco. Ho cotto fino a farla disfare. Ho passato, in un’altra padella antiaderente, 100 gr di pancetta fino a farla diventare croccante. Ho scolato sia la zucchina che la pancetta, separatamente, dal condimento in eccesso. Ho impiattato della crescenza artigianale, fresca e morbida, ho cosparso con uno strato di zucchine e uno di pancetta.
Ho servito con insalata verde semplice e pane al farro.
Impieghiamo, sprechiamo, consumiamo, buttiamo istanti, ore, vite, nel seguire persone e sentimenti, alla ricerca spasmodica di qualcosa che dovrebbe essere sgorgante e spontaneo come un ruscello di montagna. Energie gettate nel cercare di capire, assecondare, scoprire, quello che dovrebbe essere spontaneo ed illuminante come il sole ad agosto.
martedì 11 febbraio 2014
lunedì 10 febbraio 2014
Spiedini mignon di feta
Ho tagliato 2 panetti di feta, 4 wurstel, e una decina di prugne secche. Ho tostato semi di finocchio. Ho alternato feta e wurstel e feta e prugne. Ho cosparso con semi di finocchio e condito con un filo di olio.
Bocconcini salati mandorle e ricotta
Ho lavorato 1 uovo con 150 gr di farina di mandorle, 250 gr di ricotta, sale e pepe nero. Ho riempito circa 15 stampini mini muffins e cotto a 220° per 25 minuti.
Muffins ricotta e zucchine
Ho cotto in olio, sale e pepe due zucchine lavate e tagliate a fette sottilissime. Le ho mescolate, una volta cotte quasi croccanti con 250 gr di ricotta, parmigiano reggiano grattugiato, sale, pepe, 2 uova, farina q.b., 100 gr di burro sciolto e ½ bustina di lievito per torte salate. Ho riempito muffins tulip cup e cotto a 200° per circa 40 minuti.
Chicchi d’uva ricoperti
Ho lavorato 200 gr di philadelphia con 200 gr di gorgonzola saporito. Ho frullato 200 gr di pistacchi in modo grossolano. Ho lavato e asciugato un grande grappolo di uva bianca senza semi. Ho passato i chicchi prima nella crema e poi nei pistacchi.
venerdì 7 febbraio 2014
martedì 4 febbraio 2014
La mano, Mankell Henning
Altro regalo e altre atmosfere dalle mie solite atmosfere. Il nord Europa, il vento, la neve, il gelo, un paese poco abitato, delle relazioni interpersonali “poco abitate”. Atmosfere più rarefatte delle nostre. Lo scheletro di una mano emerge da rovi in un giardino e quello che poteva essere un nuovo luogo dove trascorrere il futuro, con il ricordo del passato, diventa un’indagine. E così, come avviene nella vita quello che avremmo desiderato non succede, quello che è l’imprevisto ci fa cambiare rotta, quello che non immagineremmo diventa realtà. E poi non resta altro che prendere atto e ricominciare.
Piacevoli righe in una domenica piovosa.
lunedì 3 febbraio 2014
Torta al cocco
Ho sbattuto 3 uova con 150 gr di zucchero. Ho aggiunto 150 di yogurt al cocco, 200 gr di panna da cucina, 300 gr di cocco grattugiato e mezza bustina di lievito vanigliato. Ho infornato per 40 minuti a 190°.
domenica 2 febbraio 2014
Tortini ricotta e ricotta e cioccolato
Ho sbattuto 2 uova con 200 gr di zucchero, 250 gr di ricotta, 125 gr di burro sciolto a bangnomaria e 200 gr di farina, 1 cucchiaino di lievito. Ho diviso l’impasto a metà e in uno dei due ho aggiunto 100 gr di cioccolato fondente. Ho riempito i pirottini bassi e larghi e cotto a 180° per circa 40 minuti.
Muffins ricotta mela e pera
Ho lavorato 2 uova con 200 gr di zucchero, 200 gr di ricotta, 200 gr di farina e 150 gr di burro sciolto a bagnomaria. Ho aggiunto 1 mela renetta e 1 pera abate (entrambe molto grandi) tagliate a fettine sottili. Ho aggiunto infine mezza bustina di lievito e riempito i pirottini. Ho cotto a 200° per circa 40 minuti.
Frittata di melanzane
Ho
passato in padella una grande melanzana viola tagliata a cubetti con olio extra
vergine, qualche cucchiaio di acque e granulare vegetale. Una volta cotta ma
non fritta ho versato sulla melanzana 5 uova precedentemente sbattute con pepe e parmigiano grattugiato. Ho fatto cuocere la frittata su entrambi i lati
rigirandola due volte.
Ho servito bollente con insalata verde e insalata di
patate cotte al vapore.
Ragazze Mancine, Stefania Bertola
Se
sei grande e ti regalano un romanzo di Stefania Bertola non puoi esimerti dal
leggerlo. Perché le sue atmosfere sono così surreali da farti semplicemente
sognare di essere là, in quella surreale atmosfera fisica cosmica e spaziale.
Si vede tutto quello che potrebbe succederti, forse con qualche colore in più,
da una prospettiva completamente nuova dalla quale forse qualche spunto
varrebbe la pena di essere preso.
Perché,
se nella vita ti accade qualcosa di nuovo e diverso forse dovresti prendere in
considerazione l’idea di cambiare rotta e iniziare tutto daccapo.
…”oh ma io posso vivere senza
di lei. E’ più brutto, ma posso” …
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