Gli attimi in cui vorresti chiudere gli occhi e riuscire a dormire, o almeno a spegnere il cervello, facendoti pervadere dal vuoto assoluto, aumentano proporzionalmente ai momenti in cui devi correre e pensare e fare e accudire e incoraggiare ad affrontare.
Gli attimi in cui vorresti dire "adesso pero' basta" aumentano proporzionalmente agli tzunami che ti travolgono.
Gli attimi in cui vorresti avere qualcuno di speciale sulla cui spalla appoggiare la testa sono proporzionali alla distanza che ti separano da quella spalla.
E alla fine non puoi fare altro che alzare le tue di spalle, iniziare a camminare e, con il cuore che spinge ovunque pur di provare a non esplodere insieme alla tua voce, provare a continuare a percorrere questa caspita di avventura chiamata vita, che alternative non dà.
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