Ci sono lunghi, estenuanti momenti nella vita dove la preoccupazione cede il passo al dispiacere che poi si trasforma in rabbia per arrivare a sfiorare la preghiera e di nuovo tornare al frastorno. Non una cellula sembra in grado di sorridere e non ti ricordi nulla a cui potersi aggrappare e che assomigli vagamente al bello. Non ricordi di avere, nella vita, di avere anche riso. Ma, soprattutto, ti chiedi se succederà di nuovo.
Poi succede uno scambio, una presenza, una vicinanza, e se non un sorriso, senti comunque un calore avvolgerti e farti stare meno male.
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