venerdì 16 ottobre 2020

... da Malinverno ...

 ....

Fosse per me ci abiterei tra i libri: attraversata la porta della biblioteca mi sembra già di non zoppicare più, non è vero ma io lo sento, come se li' dentro non esistessero uomini claudicanti o pie' veloci, distanze da percorrere o tempi da rispettare, ma tutto si agguagliasse nella parola. È più di un rifugio per me: una tana, la mia camera amniotica. Qui dentro mi sento meno solo, e io la so misurare la solitudine.


Ci sono, nella scelte delle letture, occorrenze sorprendenti,come se il libro fosse un oracolo capace di leggere nella mente e nel cuore del lettore e di offrirglisi spontaneamente. Come se gli bisbigliasse qualcosa.

...le confermavano che non è mai inutile amare, che non si ama per essere corrisposti ma solo per se stessi, che l'amore eterno non è quello condiviso dei baci, degli abbracci, delle carezze, ma quello solitario e inviolabile degli sguardi, dei sogni, delle immaginazioni.

Persi l'equilibrio, ma Emma se ne accorse e venne in mio aiuto prendendomi per un braccio. Un contatto inatteso, che durò un attimo, ma uno di quegli attimi intorno ai quali ruotano le esistenze.

Perché è vero che certi dolori possono portare alla follia ma è altrettanto vero che talvolta conducono, con altretanta rattezza, dritti al cuore della verità.

Ne cherchez plus mon coeur, les betes l'ont mange'.

Pensai, prima di addormentarmi, che un giorno qualcuno avrebbe potuto fare un libro dei libri in cui riportare tutte le frasi sottolineate.

Che noi non siamo quello che abbiamo vissuto: siamo quello che abbiamo pensato, immaginato, sperato, desiderato, dimenticato. Che l'universo mai saprà ciò che davvero è stata la nostra esistenza silenziosa e clandestina, nessuno mai conoscerà  i nostri viaggi segreti, i nostri amori immaginati, le nostre centinaia di vite racchiuse negli infiniti universi di un neurone.

Mi afferrò la mano e me la baciò  prima di portarsela al petto, dove la tenne per tutta la durata del viaggio, come il pane caldo per non farlo raffreddare.

Non sapevo che ci fosse un nome specifico per definire il distacco delle foglie dai rami o dai petali della corolla. E invece c'era una parola greca che voleva dire proprio quello, solo quello, una parola inventata per indicare il gesto morente di parte viva che si stacca; che non basterebbero mai, le parole, se dovessimo ogni volta coniarle per indicare i particolari del mondo, ogni distacco, ogni separazione, ogni scomparsa. Apoptosi.

...

Nessun commento:

Posta un commento