Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso.
(Daniel Pennac)martedì 31 gennaio 2017
E’ così che passa il tempo? Così che non lo hai afferrato e mentre tutto ti sembrava potesse accadere, non è accaduto? Quando è che ci siamo persi lungo quella strada la cui fine non si riusciva a scorgere e sembrava infinita? A quale bivio abbiamo sbagliato svolta e abbiamo continuato a percorrere strade che non ci avrebbero portato dove volevamo? E mentre guido, guardo verso l’alto e cerco di scorgere dietro le finestre, che si illuminano all’inizio di ogni giornata, ombre e figure scostare una tenda e restituire il mio sguardo e mi domando se siano felici, tristi, pensierosi, sognatori, o stiano facendo i conti con i chilometri percorsi in lungo e in largo e se abbiano raggiunto la loro meta. Sapevamo di essere ciò che saremmo diventati quando abbiamo iniziato a camminare? Abbiamo deciso o ci siamo ritrovati proprio in quella via e piazza e vicolo? E se avessimo svoltato a destra invece che a sinistra, ora dove saremmo?
lunedì 30 gennaio 2017
Immergersi nelle parole per non essere travolti dai pensieri. Tuffarsi nel mondo per sfuggire alle pareti del nostro universo. Appassionarsi alle vite narrate sconosciute, lontane, inventate, per innamorarsi della propria. Assaporare tra una riga ed un'altra parole che avremmo voluto sentire e pronunciare tra le nostre di righe. I libri ci circondano come a ricordarci che la vita è lì e lì possiamo ritrovare anche la nostra. A ricordarci che forse anche noi siamo un romanzo.
Quel pezzo di vita era stato così profondo da portare alla perdita di tutto ciò che pensava la vita fosse prima di allora. Prima di quell'invito accettato come se il rifiutare dovesse essere ancora inventato, prima di quel si come se non esistesse il no, prima di quel parlare senza dire nulla mentre il tutto si faceva strada, prima di quelle vecchie canzoni che sembravano essere nate in quell'attimo per loro. Prima di quella lacerazione la vita aveva sfumature, consistenze, forme e contorni. Ora tutto sembrava un fermo immagine privo di suono, colore, movimento. Tutto era stato macerato, scoperchiato, travolto, lacerato. Il passato spazzato. Il presente inesistente. Il futuro buio e profondo.
Coccole per lei
Ho bagnato 300 grammi di biscotti al cioccolato nel latte di soia freddo, ho aggiunto un uovo e 3 cucchiai di Nutella. Ho mescolato e cotto a 200 gradi per circa 35 minuti.
Spesso sono felice, Jens Christian Grondahl
L’autore è un uomo eppure la protagonista del suo romanzo è una donna e anche il titolo è un po’ ingannevole perché la protagonista sembra in costante bilico tra una perenne malinconia e un pragmatismo che la fa ancorare alla vita. E nello scorrere delle pagine il racconto è un sovrapporsi di ricordi, prese di coscienza, scoperte degli e sugli altri ma anche di e soprattutto su se stessi. Divorato perché affascinata da un atmosfera tutto fuorché mediterranea ma non fredda come spesso avverto con gli autori nord europei. Divorato perché le storie di vita dove la vita è uno sciorinare di sentimenti sono le mie preferite. Divorato perché quando inizi a fare i conti con il passato è di queste pagine che ti nutri.
Mi sono venute le lacrime agli occhi perché per un attimo l’ho sentito dietro di me, leggermente piegato in avanti e la testa incassata, un maglione legato intorno alle spalle, tutt’altro che freddoloso, nonostante l’autunno fosse decisamente arrivato.
Gli anni si confondono, Anna. Da lontano sembrano compressi, senz’aria, senza intervalli, una massa schiacciata di fatti e sentimenti spigliati dell’ordine cronologico. La prospettiva torna soltanto mentre scrivo e la mia è diversa dalla tua …
Spesso sono felice, Jens Christian Grondahl
L’amore causa degli effetti sulla terraferma, dapprima come una bomba, poi sotto forma di un progetto di costruzione a lungo termine, e dopo un po’ lo scandalo, la rottura e il dramma non esigono più una spiegazione. E’ così e basta. A chi è privato dell’amore non resta che cercare di capire. Il respinto deve mostrarsi magnanimo e saggiamente ammettere che l’altro è solo in prestito. Gli innamorati si arrogano il diritto con la forza o con qualcosa che la ricorda, e non si sognano di dovere delle spiegazioni.
Se qualcuno sapesse che me ne sto qui a scrivere si preoccuperebbe ... Nessuno di loro capirebbe che può essere allo stesso tempo una cosa assolutamente assurda e del tutto sensata. Le parole sono fatte per essere rivolte a qualcuno. Altrimenti, se ne stanno nel vocabolario in attesa che spiova. Hai tutto il diritto di impossessartene, ma solo se le trasmetti subito. Non puoi tenertele strette, perché così perdono di significato. Non me ne starei qui a raccontare se tu non fossi tu, se io non fossi io.
Spesso sono felice, Jens Christian Grondahl
Non mi sono mai sentita tanto sola. In fondo, siamo abituati al fatto che la realtà risponda ai nostri pensieri e sentimenti, o perlomeno li riecheggi.
Per chi non è innamorato può essere difficile capire quanto poco gli amanti si curino del futuro degli altri. Sono circonfusi della loro felicità, che si irradia tutto intorno. Quell’istante non vuole cedere al successivo, né a quello dopo ancora. Sono fin troppo presi l’una dal viso e dal corpo dell’altro e da quella strana gelosia, che ricordo vagamente a mia volta, benché sia trascorso parecchio tempo da quando sono stata innamorata.
Non sei gelosa delle rivali o dell’idea delle rivali, prima di questa forma di gelosia, ne provi un’altra, che riguarda esclusivamente l’uomo che ami. Sei gelosa del suo corpo, perché è più vicino ai suoi pensieri di quanto mai tu riuscirai ad essere.
Nella mia memoria il suo odore è una realtà, e là rimane, inespresso.
Spesso sono felice, Jens Christian Grondahl
domenica 29 gennaio 2017
Lo strudel della notte
Ho steso un foglio di pasta sfoglia rotonda "senza glutine" (acquistata così per distrazione) sulla carta da forno. In una ciotola ho mescolato 1 mela renetta tagliata a fettine, pinoli, mandorle, noci e due cucchiai di marmellata di albicocche. Ho steso il composto al centro della pasta, chiuso e cotto a 220 gradi per 25 minuti.
Leggero e ... la pasta sfoglia senza glutine assomiglia molto all'impasto fatto a mano dello strudel!
Ci sono viste che ti commuovono più della distesa del mare o delle cime innevate, di albe o tramonti. Io li chiamo i "panorami familiari". Sono quelli che mi godo il sabato sera quando mi ritrovo tra gli amici di infanzia diventati madri e padri e li vedo abbracciare, rimproverare, inorgogliti mentre ti mostrano i primi quaderni o sfiniti ma sorridenti mentre ti raccontano della loro settimana. Di come hanno dovuto ricominciare a fare compiti con metodi dai nomi tanto affascinanti quanto sconosciuti, partecipare a riunioni, ascoltare pianti o impartire punizioni. Mi inorgogliosiscono questi adulti che ritrovo nelle mie foto da giovane.
I panorami del sabato sono frastornati e emotivamente impegnativi. Li guardi mentre sei costretto a guardarti. Capire come sarebbe andata se in quella fotografia il protagonista fossi stato tu. Invece hai solo il teleobiettivo in mano e spesso vedi tutto offuscato.
sabato 28 gennaio 2017
Le frolle integrali
Ho lavorato 1 uovo con 100 grammi di zucchero integrale, 200 grammi di farina integrale, 125 grammi di burro, 1 pizzico di lievito madre. Ho steso, tagliato e infornato su carta da forno per 20 minuti. a 190 gradi.
Avevano trascorso il loro non tempo a raccontare ciò che avrebbero desiderato dall'altro mentre guardavano, senza tenersi la mano, scivolare via le albe e i tramonti. Avevano sublimato la sofferenza perche' solo in essa erano riusciti a esprimere il devastante sentimento che li aveva colti di sorpresa. Era sempre mancato loro un alfabeto comune e nelle incomprensioni e delusioni avevano condiviso il reciproco annientamento. Non avevano mai trovato il coraggio di fermare un arcobaleno salirci sopra e perdersi nella folle corsa della vita.
Loro lo avevano chiamato amore e ci avevano sempre creduto.
Se ci fosse stata un'altra possibilità forse Alessio non sarebbe sparito. Non si sarebbe fatto inghiottire non lasciando traccia. Forse se avesse avuto la sensazione che qualcosa prima o poi sarebbe accaduto sarebbe rimasto aggrappato a qualcosa. Forse se non avesse incontrato Martina sarebbe stato ancora mediamente infelice e avrebbe continuato ad essere tra quello che si accontentano. Ma lui, dopo aver conosciuto il sublime, di fronte all'abbandono e alla perdita non poteva più continuare a galleggiare nella vita. O il paradiso o gli inferi. E così andò incontro all'annullamento di se' stesso perché solo il nulla poteva essere il suo posto nel mondo.
Nuotava da sempre in balia dei sogni, delle disillusioni, delle speranze e delle sconfitte. Si dimenava impaurita tra le onde del passato chiedendogli di tornare. Si aggrapava al presente scendendo a patti per sopravvivere. Interrogava il futuro pregandolo di essere addomesticabile. Era naufraga di quella vita che non le era mai appartenuta ma alla quale si era affidata credendo che quella fosse l'unica alternativa. Donarsi per essere felice. E così si era tuffata in un mare profondo e sconosciuto vedendolo turchese e trasparente. Quel mare che l'aveva affogata e dal quale lei credeva di poter essere cullata.
venerdì 27 gennaio 2017
I muffins dei pensieri notturni
Ho lavorato 2 uova intere, 1 bicchiere di zucchero di canna integrale, 2 cucchiai di miele di acacia, 250 grammi di ricotta, 125 grammi di burro, farina q.b., mezzo cucchiaino di lievito vanigliato. Ho lavorato con una frusta a mano, aggiunto 100 grammi di cubetti di cioccolato fondente. Ho riposto in ciascun stampino 1 cucchiaio di impasto, aggiunto un cucchiaino abbondante di Nutella e ancora un cucchiaio di impasto.
Ho cotto per 25 minuti a 190 gradi.Notte fonda ... profumi e pensieri si tengono compagnia.
“Che cos'è l'insonnia se non la maniaca ostinazione della nostra mente a fabbricare pensieri, ragionamenti, sillogismi e definizioni tutte sue, il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni?”
Marguerite Yourcenar
Ci aveva creduto ancora. Non era mai stata disposta ad arrendersi. Aveva sperato, come da sempre aveva fatto, fino all'ultimo secondo. Che lui l'avrebbe trattenuta, che l' avrebbe presa per un braccio e baciata senza respiro, che l'avrebbe rincorsa, che l'avrebbe chiamata, che le avrebbe scritto, che avrebbe fatto finalmente un passo oltre se stesso, oltre quella linea immaginaria che li aveva trattenuti in quelle sabbie immobili per quel tempo infinito che li aveva trasfigurati. Se solo lui avesse trovato il coraggio, avrebbero visto il mare insieme per la prima volta. Lui non si mosse. Lei conobbe il dolore lancinante della resa.
...
“Era l’altrove” … “E l’ho perso”.
“Cerca di ragionare. Non sapevi nemmeno chi fosse, e non lo sai nemmeno ora. Inoltre ti ha ferito e abbandonato”.
“E perché la persona che ti ha reso più felice non dovrebbe essere la stessa che ti ferisce? Perché non continuare a desiderarla?”
...
Un solo paradiso, Giorgio Fontana
...
Amava l’essere che la stava distruggendo.
Amava l’essere che la stava distruggendo.
“Non sto cercando di aiutarti. Voglio solo farti capire che non sei un adolescente, né un musicista che trarrà da tutto questo un disco indimenticabile”.
“Quindi se uno soffre così tanto e non è un artista, allora è un idiota?”.
“Nel modo in cui stai soffrendo tu? Per quanto è accaduto? Si”.
“E perché?”.
“Perché non è naturale. Nel senso preciso del termine”. Tossì. “La natura difende la natura e la vita difende la vita. E di certo non hai la forza di ammazzarti”. … “Devi trovare il senso delle proporzioni, Alessio. Se questa è la tua reazione a un abbandono, un padre a cui muore il figlio di leucemia cosa dovrebbe fare?”
“Che razza di discorso. Fare paragoni del genere è insensato”.
...
Un solo paradiso, Giorgio Fontana
...
Il sentimento che provava lo riempiva di sconcerto, quasi di venerazione. Il sesso con Martina era migliore di ogni altro. Da lì riemergevano ogni volta più felici e sfiniti, quasi a volersi consumare e non riuscirci mai: il piacere appariva inesauribile, ed era così semplice goderne.
Il sentimento che provava lo riempiva di sconcerto, quasi di venerazione. Il sesso con Martina era migliore di ogni altro. Da lì riemergevano ogni volta più felici e sfiniti, quasi a volersi consumare e non riuscirci mai: il piacere appariva inesauribile, ed era così semplice goderne.
“Ti ho mai parlato del dolceamaro contentarsi” chiese Alessio.
“No, cos’è?”
“Uno stile di vita a cui mi sono attenuto scrupolosamente prima di conoscerti. Il succo era aspettarsi il meno possibile dalla vita”
Amare significava proprio rendersi inerme.
...
...
Un solo paradiso, Giorgio Fontana
…
Il passato non è una messa inerte. E’ l’unico tempo che esiste, l’unico cui apparteniamo. Il futuro può non arrivare mai, e il presente …
Da qualche mese, dunque, aveva deciso di non chiedere più. Definì quel proposito un “dolceamaro contentarsi”: una condizione tutt’altro che sgradevole, dopo anni passati al spiare la felicità altrui, senza capire in che modo edificare la propria.
Non riusciva, per quanto si sforzasse, e l’avrebbe fatto disperatamente, in seguito: giorni interi a saccheggiare ciò che fu, scavando le macerie per riportare alla luce anche solo un frammento vivido di memoria, l’esatto colore della sua pelle in un dato giorno, l’esatto taglio del sorriso, i sussulti del corpo mentre dormivano, qualunque dettaglio in grado di dissipare l’idea generica che un tempo era stato felice , quell’astratto passato in cui ormai affogava e che voleva guarire con la concretezza dei gesti, o forse semplicemente riaverli tutti lì, presenti, e infine bruciarli e dimenticarli, per quanto si sforzasse non riusciva a ricostruire come fosse accaduto.
E mentre la stringeva fu attraversato da un fremito: una certezza fisica, immediata, la promessa di una nuova epoca. Comprese che non c’era scampo. Per quanto andasse contro ogni ragione, ora dipendeva da quella creatura magra e intontita che lo abbracciava.
...
Un solo paradiso, Giorgio Fontana
giovedì 26 gennaio 2017
martedì 24 gennaio 2017
– E lo sai perché Dio ha dato all’uomo una vita più lunga di quella degli animali?
– No, non ci ho mai pensato.
– Perché gli animali vivono seguendo il loro istinto e non fanno sbagli.
L’uomo vive seguendo la ragione, quindi ha bisogno di una parte della vita per fare sbagli, un’altra per poterli capire, e una terza per cercare di vivere senza sbagliare.
(Nicolai Lilin, Educazione siberiana)
– No, non ci ho mai pensato.
– Perché gli animali vivono seguendo il loro istinto e non fanno sbagli.
L’uomo vive seguendo la ragione, quindi ha bisogno di una parte della vita per fare sbagli, un’altra per poterli capire, e una terza per cercare di vivere senza sbagliare.
(Nicolai Lilin, Educazione siberiana)
domenica 22 gennaio 2017
Salmone e gorgonzola
Dicono che la fantasia premi ...
Non lo so. So solo che è piaciuta.
Ho sminuzzato 6 fettine di salmone affumicato e l'ho passato in padella con 199 grammi di gorgonzola dolce. Ho cotto 200 grammi di pasta corta senza salare l'acqua. Ho scolato e passato in padella con il condimento.
“Mettere lo zucchero nel caffè significava mentire a se stessi già di prima mattina?”
Massimo Gramellini
L'estate fredda, Gianrico Carofilglio
L'ho scoperto molti anni fa, Gianrico Carofiglio e dell'Avvocato Guerrieri mi sono innamorata subito profondamente. Poi ho letto tutti i suoi romanzi, anche dove lui non c'era. È così mi ero regalata anche questo. È rimasto sul comodino qualche giorno, sorpassato in curva da altri, arrivati un po' prima ma anche dopo. Da quando però ho letto le prime righe, è stato un trattenere il fiato e pensare e soffermarsi e sperare e coinvolgermi.
Grazie per un altro romanzo veramente veramente bello.
Gli gnocchi della mamma
Ha impastato 1 kg di patate con 3 hg di farina.
Ha preparato un soffritto e passato in olio, pasta di salame e spezzatino di vitello facendo sfumare con vino bianco. Ha aggiunto salsa di pomodoro e fatto cuocere.
Ulteriori particolari non disponibili. Ad ogni domanda la risposta è stata "ad occhio".
sabato 21 gennaio 2017
Sei spacciato, se ti lasci andare. Cominci a raderti male, indossi la stessa camicia per tre giorni, parlare da solo diventa un'abitudine. Dicono che è come una malattia, quando si viene lasciati. C'è una fase acuta, poi c'è la convalescenza. Non voleva farsi sorprendere dalla guarigione ridotto come un miserabile. E per guarire non doveva a tutti i costi scacciare il pensiero di Serena. Scacciare equivale a prendere un analgesico il cui effetto dura solo qualche minuto. Dopo, il dolore, torna più forte. Quando il pensiero arriva bisogna lasciarlo andare, senza cercare di fermarlo o di controllarlo. Il problema è che vorremmo controllare tutto: un'idea stupida, inutile e dannosa. Occorre avere l'attitudine opposta, accettare il fatto che nessuno ha davvero il controllo della propria vita.
L'estate fredda, Gianrico Carofiglio
venerdì 20 gennaio 2017
mercoledì 18 gennaio 2017
Sto qua e ascolto il pianista. Sono all'ultimo tavolo a sinistra in fondo. Se non vi piace lo spirito del tempo, se vi piacerebbe conoscere la filosofia baol, se non riuscite a dormire o se state dormendo, venite. Mi riconoscerete subito: ho un tatuaggio a forma di fiocco di neve sulla mano. Starò qui fin a quando il pianista suonerà. E finché ci sono io suonerà.
Balotelli, Stefano Benni.
martedì 17 gennaio 2017
lunedì 16 gennaio 2017
Pasta salmone e mozzarella
Ho spezzettato 6 fettine di salmone affumicato norvegese. Ho tagliato a pezzettini due trecce e di mozzarelle di caseificio. Ho cotto 200 grammi di fusilli freschi, ho scolato e condito con salmone e mozzarella e qualche fiocchetto di burro. Ho spolverizzato di pepe nero.
domenica 15 gennaio 2017
sabato 14 gennaio 2017
Il confine che separa i matti dai normali ci sembra netto, consistente, difficile da valicare. Invece è sottilissimo e in alcuni punti - in alcuni momenti - sfuma senza che ce ne accorgiamo. Ci troviamo nel territorio dei pazzi senza capire com'è successo - e del resto i pazzi lo sanno di essere da quelle parti?
L'estate fredda, Gianrico Carofiglio
Con gli avanzi di ...
Erano avanzati pezzi di pandoro e panettone. Poi non si era mangiata il giorno stesso qualche croissant. Ho preso tutti gli avanzi, li ho bagnati nel latte, ho aggiunto un uovo, un po' di miele e cannella. Ho mescolato, messo in uno stampo plumcake e cotto. Tutto ad occhio, compresa la cottura.
È andata bene! Profumo e morbidezza perfetti!
I funghi che ...
... sarebbero piaciuti tanto a papà ...
Champignon lavati, scolati, passati in padella con olio, burro, sale e una spruzzata di pepe bianco.
Champignon lavati, scolati, passati in padella con olio, burro, sale e una spruzzata di pepe bianco.
Pandorirni biscottati
Ho lavorato 1 uovo con 100 grammi di miele, 70 di burro, la polpa di due mele cotte, farina q.b., lievito pasta madre. Ho riempito 6 piccoli stampi e cotto a 180 gradi per circa 35 minuti.
Dolci e profumati dalla consistenza croccante fuori e morbida dentro.
venerdì 13 gennaio 2017
La torta preferita dal nipote, sul vassoio del babbo, sulla tovaglietta della nonna
Ho mescolato 2 uova con 250 di crema di ricotta, 150 grammi di zucchero semolato fine, 100 grammi di burro sciolto, farina q.b. e lievito madre. Ho imburrato e infarinato una piccola tortiera. Ho cotto a 200 gradi per circa 40 minuti.
Ho sciolto 100 grammi di cioccolato fondente a bagnomaria e ricoperto la torta.
Ho adagiato la torta preferita dal nipote, sul vassoio regalatomi dal babbo mille anni fa e ho appoggiato sulla tovaglietta eredità della nonnina.
Trevigiana, soncino rucola, olive verde, pomodori secchi, uova strapazzate alla paprika e curry, semi di girasole e zucca.
Invece del pane ... orzo e farro conditi al vapore scondito.
Spesso all’inizio di una relazione crediamo che il nostro nuovo amore ci comprenda senza bisogno di troppe parole”, spiega Alain de Botton. “L’idea che un partner ideale debba istintivamente capirci è una supposizione pericolosa per la coppia e diventare adulti significa anche smettere di credere che qualcun altro possa leggerci nel pensiero.
E poi, forse, quando qualcuno che pensavamo fosse l'altra metà del cielo oltre che partner ideale, non solo non legge il pensiero ma neanche le nostre parole raccontate e scritte, ecco, forse è semplicemente il caso di cercare altri adulti con cui relazionarsi e non mettere in discussione il fatto di essere rimasti bambini.
Il piantagrane, Marco Presta
Surreale e ironico. Brillante e ingegnoso. Una trama divertente ma nello stesso tempo un po' malinconica. In un susseguirsi di avventure folli eppure riconoscibili, il protagonista Giovanni, fotografa il nostro paese.
giovedì 12 gennaio 2017
La rumba esprime in verticale ... un desiderio orizzontale!
Devi tenerla come se la pelle della sua coscia ... fosse la tua ragione di vita.
Lasciarla andare come se qualcuno ti strappasse il cuore!
Tirarla a te come se dovessi possederla ... proprio qui sulla pista da ballo!
E finire, come se ti avesse rovinato la vita.
Shall we dance.
Devi tenerla come se la pelle della sua coscia ... fosse la tua ragione di vita.
Lasciarla andare come se qualcuno ti strappasse il cuore!
Tirarla a te come se dovessi possederla ... proprio qui sulla pista da ballo!
E finire, come se ti avesse rovinato la vita.
Shall we dance.
mercoledì 11 gennaio 2017
Riso e quinoa
Ho cotto al vapore 250 grammi di riso integrale, riso rosso integrale e quinoa rossa. Ho condito con una crema a base di 200 grammi di ricotta salata, 5 pomodori secchi sott'olio e una manciata di olive nere. Ho passato in forno per qualche minuto a gratinare in superficie.
Vino rosso a tavola.
Tutto molto saporito.
Se in giorni di obbligata immobilità riguardi E' complicato, Sliding doors, Quando tutto cambia, Qualcosa è cambiato e poi tutto Opzetek, evidentemente le parole "sentimento" e "possibilità" sono qualcosa di indubbiamente ricorrente dentro di te. Che si elaborino con commedie brillanti o con opere intense come Saturno Contro, La finestra di fronte, Le fate ignoranti, Cuore sacro. Ma chi non ha l'intimo costante desiderio di amare, essere amato, sorridere, vivere delle evoluzioni e piacevoli momenti?
martedì 10 gennaio 2017
Insalata invernale
Fagiolini cotti al vapore ancora tiepidi, primo sale a fettine, olive greche, uova sode appena sgusciate. Olio, sale, pepe e pane nero.
Il paradosso terrestre, Marco Presta
Ventuno racconti umoristici. Nel suo stile che a tratti, in questi racconti, mi è parso somigliante ad alcuni passaggi di Stefano Benni o Daniel Pennac.
È un mondo paradossale è incredibilmente vicino a quello che è il nostro mondo. Fuori ma anche dentro casa. Dove personaggi e situazioni sono talmente assurdi da essere semplicemente tristemente veri.
Altro giorno di influenza in perfetta compagnia.
...
Ognuno ha i suoi dopoguerra. Dopo una malattia, una separazione, un lutto, tutti ci siamo trovati a dover ricostruire interi quartieri bombardati della nostra esistenza e senza uno straccio di piano Marshall a confortarci.
...
Era come parlare con il muro e senza neanche la soddisfazione di poterci attaccare un quadro al centro.
...
E' inutile, non si riesce mai a deludere abbastanza gli altri. Nonostante tutto quello che un povero diavolo può inventarsi per far capire al prossimo di non contare su di lui, ci sarà sempre qualcuno che gli darà fiducia, porcaccia miseria.
...
A Orietta piaceva ballare. Si scuoteva con armoni, era perfettamente sincrionizzata con il mondo. Io non ho mai saputo muovermi. Nel ballo bisogna saper tracciare delle curve, a me sono sempre venuti fuori solo spigoli. Mi seccava che ballasse con gli estranei, anche se cercavo di non darlo a vedere. Allora la invitavo per il solo motivo di non farla invitare dagli altri, ma tra le mie braccia lei sembrava una fiammella incatenata, una piccola delicata tromba d'aria avvolta da una nuvolaccia grossolana e gelida.
...
Da "Un calcio in bocca", Marco Presta
lunedì 9 gennaio 2017
La notte ha un suo personalissimo rumore. Non è l'assenza di rumore e cioè semplicemente il silenzio che percepisci. Ti accorgi che il silenzio è proprio un tipo di rumore. È un suono ovattato, di sottofondo, un po' come quando nuoti sott'acqua. Un suono nel quale potrebbe essere facile cullarsi, se non fosse per la mente. Di giorno la metti a tacere leggendo, parlando, guardando, piangendo, urlando, ridendo, ma poi, nel rumore silenzioso della notte, ha una voce forte e prepotente, invadente e frastornante.
Un calcio in bocca fa miracoli, Marco Presta
Iniziato alle 14.30, minuto più minuto meno, terminato alle 2.31 in punto. Tolta qualche pausa obbligata come quella dal medico, qualche chiacchiera al telefono, quella per una tazza di latte e miele per calmare la tosse che mi distraeva dalla lettura, esattamente 12 ore in compagnia di "Un calcio in bocca fa miracoli".
Grazie ... del bel tempo.
Proprio bello questo incontro con Marco Presta.
Chissà perché ci succede che la stessa parola pronunciata nella stessa situazione suoni in modo completamente diverso se è pronunciata all'inizio o alla fine di un rapporto. La parola intonata, l'insostituibile, la perfetta, quella ricercata, esattamente quella che avresti usato tu, suona all'improvviso fredda, estranea, inappropriata, inadeguata, stonata, quasi dolorosa. E allora ti ritrovi a pensare che quella parola così dovrebbe essere emessa da un'altra bocca, una bocca estranea che corrisponda al suono che percepisci mentre tu, da quella voce vorresti sentire pronunciare un altro suono. Chissà perché. Forse perché siamo semplicemente anime inquiete. Forse siamo cavalli di razza, di quelli che non si accontentano di giri alla corda, ma che corrono e che vorrebbero essere inseguiti. Anche dalle parole.
Pollo limone e burro
Ho passato in padella 5 filetti di pollo con una abbondante noce di burro. Ho fatto rosolare e aggiunto il succo di 2 limoni. Ho continuato a cuocere a fiamma viva. Ho salato e pepato. Ho fatto abbrustolire e servito con insalata di fagiolini cotti al vapore.
Crema di zucca e carota
Ho avuto le energie per prepararla. Ma le carote e la zucca erano state precedentemente lavate, pulite e tagliate a pezzi regolari. Avevo anche qualche fagiolino e ho pensato che in compagnia sarebbe stato bene. Ho unito le verdure aggiungendo acqua, sale e pepe. Ho lasciato cuocere e, alla fine ho frullato. Ho aggiunto pecorino marchigiano. Qualche giorno fa avevo tostato del pane e anche i crostini sono pronti. Pochi per l'intolleranza al lievito ma un po' di energia da qualche parte bisogna recuperarla.
Forse è tutto scritto. Forse il grande burattinaio sa esattamente ciò che è bene o male per noi. O almeno così mi piace illudermi che sia. Ogni tanto, per la verità, vengo assalita da qualche dubbio. Soprattutto quando vedo stare male le persone. E soffrire e piangere e faticare e stentare. Certo poi che per certe cose possiamo prendercela con chi chiamiamo in tanti modi e in altrettanti rinneghiamo ma, sicuramente, per molte forse semplicemente con noi stessi. Un giorno, credendo, cambiamo il nostro destino convinti che non abbia un termine. Giriamo a destra invece che a sinistra. Un altro ci lasciamo coinvolgere invece di tenere ferma la postazione. In altri ancora ci illudiamo che le cose andranno diversamente e allora armati di scarponi e racchette ci avventuriamo in sentieri sconosciuti che in quanto tali sono per definizione più affascinanti. E così vediamo scorrere la vita e essendo gli artefici o convinti di esserlo, proseguiamo. Giriamo pagine del calendario, vediamo i giorni e le stagioni scorrere. Forse è scritto tutto. Forse è anche scritto che certe pagine della vita si aprano e chiudano esattamente nella stessa data ... solo a distanza di molti anni. Capitoli. Che non ci siamo accorti che si stavano aprendo se non quando si sono chiusi. Nel frattempo li abbiamo scritti quei capitoli, convinti che sarebbero divenuti un'opera epica.
domenica 8 gennaio 2017
Sono assolutamente necessarie quelle sui prodotti alimentari per non incorrere in qualche allergia o per conoscere con cosa scegliamo di intossicarci oggi. E sono altrettanto necessarie quelle sugli abiti con le istruzioni di lavaggio. Per tutto il resto dei casi, odio cordialmente le etichette. Sono dei marchi che ci siamo impressi e che non fanno altro che caricarci o scaricarci di ciò che potremmo essere, volere, dare, dire. È comodo etichettarci. Con questa mania del "ma io sono ... ma lei è ..." semplicemente ci imponiamo o ci defiliamo spesso a prescindere da chi abbiamo di fronte e dai suoi desideri. "I figli devono questo, i genitori fanno questo, gli amanti hanno diritto a questo, i nonni sono così, gli amici possono fare fino a, gli emigrati hanno diritto se ...". Penso che noi siamo semplicemente ciò che siamo ed è la sostanza di cui siamo fatti che fa la differenza. Sono i sentimenti che dovrebbero guidarci indipendente dai ruoli che la vita ci ha "offerto" di giocare, guardando l'altro per ciò di cui ha bisogno e non per l'"abito" che indossa.
Risotto al beaujoulais ... qualche giorno fa
Ho tostato cinque pugni di riso piemontese in una noce di burro, ho subito coperto con tre abbondanti bicchieri di vino beajoulais, aggiunto pochissimo brodo di granulare e ultimato la cottura. Ho servito cospargendo di gherigli di noci trentine.
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