domenica 8 settembre 2024

Eden. Audur Ava Olafsdottir


Leggere un romanzo ambientato in Islanda, mentre non riesci a vedere il mare a venti metri da te per quanta acqua scende inesorabile e testarda dal cielo, in una terra molto più a sud di quella delle pagine che hai tra le mani, non è poi così stonato. Anzi, ti fa sentire in armonia. L'atmosfera di questa autrice, di cui ho letto tutto, la senti sulla pelle e tutto sembra molto vicino e possibile. Imprese e dialoghi, che in una giornata calda luminosa di sole, potrebbero essere marziani o plutonici, ora sembrano verosomili. Essere una linguista, correggere bozze di libri, comprare una proprietà ancora più fuori dal mondo di quanto già sia tutto lontano e isolato, riforestare con migliaia di alberi per fare pace con la propria coscienza, adottare un adolescente solo ed emigrato, riprendere in mano la propria vita. Che poi è il filo conduttore anche degli altri suoi romanzi, di molti di questi giorni. O, forse della vita stessa.

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