Tutti noi avremmo potuto scrivere sul periodo, non ancora purtroppo finito ma so drammaticamente sostituito da un altro, della pandemia. Qualcuno di noi lo ha anche fatto. Alcuni hanno pubblicato. Altri sono rimasti diari segreti. Marco Presta può pubblicare e lo può fare perché è bravo. È brillante. È ironico. Fa sorridere. Lo può fare perché è acuto e riflessivo e con intelligente leggerezza affronta il tema di ciò che eravamo, siamo stati e siamo ora. Prima, durante e quasi dopo la guerra al virus.
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