domenica 25 novembre 2012

Un bimbo tra le braccia

Se prendi in braccio un bambino e lo coccoli e gli parli e ti sorride, il fatto che non sia tuo non è di alcuna  importanza. Non lo è per le emozioni che vivi. E' un cucciolo nella foresta del mondo  che ha bisogno della tua protezione,  è un fiore a cui dare acqua perché inizi a crescere, è un piccolo che devi tenere in braccio perché ancora non cammina e a cui dare il latte prima che inizi ad afferrare  con le sue mani e mangi senza il tuo aiuto. E' un paio d'occhi limpidi, puri, gioiosi, che non hanno ancora visto nulla ma che proprio per questo contengono la profondità dell'essenza della vita. E pensi, mentre gli parli e sorride, che tutto il resto non conta. Le brutture, le cattiverie, le arrabbiature, le incomprensioni, le tristezze.  Nulla ha più un senso di fronte ad un bambino che ti sorride e di fronte al quale i tuoi occhi più vissuti, meno puri, più cupi e tristi, si commuovono e  non puoi che cercare di trattenere lacrime perché solo tu e lui, probabilmente, ne capireste il perché.

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