giovedì 8 novembre 2012

babbo Alberto e babbo Mario

Davanti ai miei occhi di bambina, li vedo come se fosse oggi, i nostri papà, anzi il suo ed il mio babbo, perché è così che si chiamano là, dove eravamo. Li vedo passeggiare nelle serate di agosto, piene di stelle, con il maglione blu sulle spalle, perché si sa che i papà non hanno mai tanto freddo quanto ne abbiamo noi, le mani legate dietro la schiena a  chiacchierare, di chissà cosa, per ore e ore. Anno dopo anno, bambine prime e ragazzine dopo, li vedevamo, incrociavamo, scansavamo, a seconda della nostra età, di con chi eravamo e cosa stavamo facendo. Il loro passeggiare scandiva il tempo del nostro crescere e del loro confrontarsi uomini padri e mariti. Sono andati in cielo, uno un po' prima e uno un po' dopo. Hanno lasciato noi qui a confrontarci come donne e compagne mentre loro, li vedo, passeggiano insieme in cielo. Forse hanno tolto il maglione blu dalle spalle perché lassù farà sicuramente ancora meno freddo,  hanno ancora sicuramente le mani legate dietro la schiena e quel viso tranquillizzante e canzonatorio di cui sentiamo entrambe tanto la mancanza.   E ancora oggi mi domando: ma che cosa si saranno detti per tutte quelle infinite passeggiate?

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