domenica 23 giugno 2013

Un uso qualunque di te, Sara Rattaro

Divorato cercando silenzio e pace perché quando vieni rapita da un libro non vuoi che qualcosa o qualcuno provi a liberarti. Vuoi che quelle pagine continuino ad essere il tuo carceriere. Un’altra toccante storia d’amore per l’amore. L’amore per un figlio, un compagno, un’amica, chi incontri e dal quale ti lasci coinvolgere. L’amore e l’inevitabilità di quello che facciamo per ciò che siamo. Il caro prezzo che paghiamo è quello della vita con tutte le sue sofferenze o della morte, scelta come atto estremo d’amore.
Ancora grazie …
“ … Dondolo. Se mi guardi non si vede ma io dondolo. Mi dondolano dentro le ossa, il sangue, la lingua e la maggior parte delle cellule. Ogni parte del mio corpo è impilata sull’altra come un castello di carte. Quanto tempo riuscirò a rimanere in piedi?
Ci sono cose di cui non possiamo non parlare e altre che nemmeno vogliamo sentire nominare. Alcune le teniamo dentro come segreti, altre le sputiamo come sentenze. La cosa certa è che alcune cose parlano da sole.
Avevo voglia di raggomitolare il mio corpo, meno superficie esponi più difficile sarà colpirti.
Quando una persona ti attraversa l’anima, una parte di te si sbriciola, peccato sia la parte su cui hai sempre contato.

E’ un attimo, come il battito d’un ala, in cui m sembra tutto a posto. Poi ogni cosa torna come prima e un pugno mi blocca lo stomaco. Il dolore è strano. Si manifesta all’improvviso e puoi solo aspettare che scompaia da sé. Non ci sono soluzioni né risposte. Bisogna fare un respiro profondo e aspettare. Però è vero che ti fa sentire vivo. Credo sia perché fa così male da toglierti il fiato. Ma se smetti di respirare vuol dire che sei ancora vivo, no? …”.

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