domenica 25 maggio 2014

Il nero e l'argento, Paolo GIordano

E' una storia semplice ed intensa. Piena di normalissime quotidianita' e di speciali emozioni. La storia di un cammino che ad un certo punto si spezza senza un motivo particolarmente attinente ma che costringe a fermarsi e scegliere se darsi o meno un'altra possibilità'. Scritto in prima persona da un uomo con la delicatezza e la gentilezza d'animo di una donna.

" ... Fra le innumerevoli cose che ho imparato su mia moglie in dieci anni di matrimonio c'è il vizio di isolarsi nei momenti di dolore. All'improvviso diviene inaccessibile, non permette a nessuno di consolarla, mi costringe a restare li', spettatore inutile della sua sofferenza, una ritrosia che ho scambiato talvolta con una mancanza di generosità.

Entrambi ci stavamo dunque fabbricando una piccola, personale consolazione. Non ci resta altro da fare davanti alla morte di qualcuno, se non inventare delle attenuanti, attribuire al defunto un ultimo gesto di premura che ha voluto riservare proprio a noi, disporre le coincidenze secondo un piano di senso.

Sapevo che era meglio non capovolgere la domanda, perché le persone nelle quali la linfa scorre veloce sono inarrestabili come torrenti, ma ci sono delle conversazioni fra innamorati che passato un orizzonte ti attirano inevitabilmente nel loro centro buio.

Può accadere, dopo anni di convivenza, di scorgere simboli ovunque ci si volti, tracce della persona con la quale abbiamo diviso così a lungo gli spazi. Succede a me di scovare Nora in ogni angolo di casa nostra, senza cercarla, quasi che la sua anima si fosse adagiata come una polvere fine sugli oggetti ..." .



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