domenica 8 gennaio 2017

Mi stupisco ogni giorno della mia ingenuità, del mio credere nell'altro, del mio sognare, del mio non arrendermi, del mio sperare, del mio attendere. L'attesa di qualcosa di bello è la sensazione che mi accompagna costantemente da sempre e che mi ha resa quella che sono. Ogni anno, la mattina del mio compleanno e per tutto il giorno l'ho avvertita a livello di pelle, stomaco, testa, vene, viscere. Come se proprio in quel giorno la natura mi volesse ricordare la mia natura. Ciò che sono nella sostanza. Una sognatrice. Poi, per il resto del tempo, con quella che sono, mi sono sempre ritrovata in compagnia. Ora  non so se,  arrivata a questo punto della vita, dopo qualche conto pagato molto caramente, sia un bene restare così. Forse potrei violentarmi ad essere disincantata e disillusa. Forse potrei cedere affascinata dall'egoismo. Forse potrei addirittura divenire cinica approfittatrice e scaltra. Musona e indisponente. Prepotente e intollerante. Questa devastante influenza che peggiora ogni giorno inchiodandomi a letto e costringendomi a pensare, sta facendo da spartiacque tra ciò che ero e cio' che sarò? Fortunatamente al mio compleanno non manca molto e presto avrò la risposta...

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