sabato 23 giugno 2018

In due superavano il secolo e mezzo. Come avevano fatto ad arrivare fino a la’ con quello sterrato sconsigliato e scomodo? Erano bellissimi anche al primo sguardo. Avevano iniziato con il comune rituale dello spalmarsi vicendevolmente la crema ma in loro non c’era sopportazione o dovere, c’era piuttosto uno sguardo di amorevole reciproca attenzione. Non era possibile non notarlo. Ad un tratto  lei iniziò a fare le parole crociate e gli disse: “Le ho prese all’aeroporto, le trovo particolarmente difficili. Vuoi farle tu, caro?”. Spostando lo sguardo su di lei per un attimo, rispose “No, tesoro, voglio continuare a sognare”. Lui rivolse nuovamente lo sguardo verso il turchese del mare. Lei gli sorrise, allungo’ una mano e gli accarezzo’ il braccio tornando a fare le difficili parole crociate. 
Non avrebbe potuto assaporare niente di più emozionante. E il “voglio continuare a sognare” pronunciato da chi ormai dovrebbe aver esaudito tutti i sogni o non averne più, fu un meraviglioso insegnamento che accompagnò tutta la giornata. Fino al tramonto. Quando un giorno ci saluta ma noi possiamo ricominciare a sognare per il prossimo. 

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