martedì 7 febbraio 2017

Della sua fragilità in quell’istante amai proprio quello che dell’amore si paga più caro: l’assenza di calcolo e di misura che appartiene solo alle cose libere.

Mentre serviva la pasta nei piatti mi ritrovai a pensare che in quell’uomo che tante volte avevo creduto mio c’era qualcosa che doveva essermi sfuggito.

Ci sono anime che hanno addosso un’incrinatura segreta, una frattura sospesa che sfugge anche a chi la porta dentro. Questa linea sottile può restare invisibile per lungo tempo, animando l’illusione come fa la crepa nel cuore di un piatto scheggiato. Quando quella frattura cede è sempre a causa di un niente: basta un grado di meno nell’aria a provocare la contrazione della materia  e metterne a nudo la ferita. Altre volte a far cessare il patto silenzioso delle molecole è un tocco lieve, uno sfiorare il bordo dorato del piatto senza altra intenzione che la carezza. Allora la finzione dell’integrità cade all’improvviso e rivela l’anima in cocci, irreversibile. Bisogna essere molto attenti per riconoscere nei gesti altrui il suono sordo della ceramica scheggiata.

Chiru', Michela Murgia



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