venerdì 10 febbraio 2017

Perché abbiamo così tanto bisogno di sentirci unici per qualcuno? E’ l’amore verso una persona o piuttosto verso noi stessi che viviamo in quel momento di spasmodica ossessione del voler piacere? E’ il nostro ego a voler esser appagato o è un amore il cui nome di battesimo diventa addirittura sacrificio? Perché quando non piaciamo quanto avremmo voluto, non otteniamo una corresponsione di sensi e desideri ci perdiamo e disperiamo a tal punto da mettere in crisi la nostra persona e addirittura la nostra vita? Perché abbiamo così tanto bisogno di sentirci indispensabili per l’altro? Perché dobbiamo a tutti i costi far capire all’altro chi siamo, cosa desideriamo e, piuttosto che abbandonare la nave e salvarci per tempo, restiamo ad affogare perché altro sembra non avere senso? Perché ci si ostina nel voler raccontare all’altro, come se nel raccontare ci fosse il raggiungimento dell’obiettivo, che invece dovrebbe proprio essere il non raccontare ma il vivere essendo anticipati o anticipando qualsiasi parola? Perché non ci arrendiamo all’evidenza? Qual è il motivo per cui restiamo aggrappati all’irraggiungibile? Siamo votati all’infelicità? Abbiamo paura del futuro dove il futuro è una nuova incertezza piuttosto che l’incertezza in corso? La solitudine è così spaventosa? Abbiamo paura di perdere l’altro, noi stessi, le sensazioni e le emozioni che viviamo? Non bastiamo veramente a noi stessi? E se l’altro fossimo noi?

Nessun commento:

Posta un commento