mercoledì 9 gennaio 2013

Testa e cuore litigano, in continuazione, da quando si presentano a quando sono costretti a dirsi addio. Si scontrano e lottano nello stomaco, si spintonano, fanno a pugni, si feriscono e, mentre uno proclama definitiva vittoria, l’altro ha già studiato la nuova strategia del contrattacco. Testa e cuore dovrebbero trovare quel meraviglioso equilibrio che facendo fare pace a loro fa trovare pace a chi li ospita in un corpo che, ad un certo punto, non sa più neanche di esistere per diventare semplice succube spettatore e vittima di questa infinita estenuante ed inevitabile lotta. Testa e cuore non potranno mai trovare pace. Ciò che ci fa provare vertigini non può essere una scelta razionale e consapevole, intelligente e ragionata. Ciò che ci fa sentire freddo in un giorno di luglio ed esplodere di caldo sotto una nevicata non può transitare dai canali dell’intelligenza. La vita che ci fa sentire vivi ci rende dipendenti da questa vitalità, drogati e inermi davanti alla sua magia, ci rende incapaci di ragionare. Le emozioni del cuore e della pelle sembrano schiacciare la ragionevolezza, la giustizia, quello che poi, a costo di essere un po’ meno vivi, ci farebbe sentire una meravigliosa pacata tiepida sensazione di inesistenza.


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