lunedì 14 marzo 2016

Arriva piano, e' piccola, sussurra, occupa un angolo dimenticato della mente. Poi la velocita' aumenta, le sue dimensioni si ampliano, la voce si innalza di un tono e da' una spinta agli altri pensieri. E  succede che e' enorme, urla e annulla tutto il resta e si identifica con tutta la tua mente. Ti piace ancora chiamarla domanda. Ti piace ancora identificarla con un perchè. Ti hanno insegnato che per ogni domanda c'e' una risposta. E speri sempre che la risposta sia una spiegazione condivisibile che ti fara' semplicemente pensare che una ragione valevole c'era.  Ma ecco che mentre il finto perche' gioca a girotondo, eccolo che si sente spintonare, maltrattare, urtare. E' lei. La verita'. Quella che conosci. Di cui hai certezza. Che si e' presentata talmente tante volte da non avere piu' bisogno di mostrare la carta di identita'. Potrebbe solo dover cambiare nome e allora, forse, l'accetteresti. Ecco a voi signori. Vi presento la verita'. Cruda cattiva che ha un perche' che non ti piace e che cacci e pur di non sentirlo e vederlo, sei disposta a fare tutto il percorso al contrario. Annulli la mente e poi pensi ad altro e poi quel perche' lo riduci fino a non sentirlo piu' perche' l'hai sentita la verita'. Ti ha ferita e fatto male. E allora la alzi tu la voce, con il suono di altri pensieri e lei si allontana, ricacciata e torna laggiù, al suo posto sussurrando fino a non sentirla più.

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