martedì 10 febbraio 2015

Quattro etti d'amore, grazie. Chiara Gamberale

E ancora una volta incappi in un libro che hai bisogno di accarezzare e non finire perché forse pensi che ti restituirà quelle carezze e non ti farà percepire mai la fine di ciò che desideri. O forse, ti potrà dare una ricetta magica per affrontare quello che verrà anche se non lo hai cercato tu.
Erica e Tea si vedono, si incrociano, si "spiano", ogni giorno nei corridoi di un supermercato e fanno, nello scorrere delle loro vite, quello che facciamo noi, Pensano che la vita dell'altra sia meglio e provano una sottile invidia buona. Quella che ti fa pensare che ti piacerebbe essere proprio là, in quella di vita, e non nella tua che, per un motivo o l'altro non riconosci più.
E nello scorrere del tempo c'è il sognare altro, il ripercorrere ciò che è successo, c'è il desiderare un cambiamento, una sorpresa.
C'è la vita tra ciò che è e quello che avrebbe potuto essere. Ci sono loro, ci siamo noi, con ciò che siamo e abbiamo e ciò che vorremmo essere o desidereremmo avere. 
Ci sono gli abbandoni, il ritrovarsi, il chiarire, l'arrabbiarsi, il fare la pace, le risate e il dolore. In un susseguirsi di capriole di sentimenti ed emozioni.

"... Insomma, al solito mi ritrovo la testa insacchettata, e di pasta frolla. I pensieri che schizzano, si squagliano, i polpastrelli delle mani e dei piedi che non mi sembrano più i miei. 
La vita che faccio, non mi sembra la mia.
Anzi no: mi sembra la mia. Dio mio, certo che è la mia. Ma senza di me. 
E il brutto è che a guardarla così mi pare facile, perfino bella, la mia vita senza di me.
Dunque il problema forse sono io.
...
Ma tu ci pensi, Erica? A tutte le esistenze che potrebbero farci felici, se non fossimo sempre alle prese con la nostra?
Bisogna chiederselo, ogni tanto ... ma la vita è la mia o è lei che sta vivendo me?
...

Mi alzo dal letto, inciampo in non so che cosa, devo uscire, uscire da questo che sicuramente è un incubo, sicuramente sicuramente sicuramente è un incubo. O comunque devo uscire dal mondo, se questo non è un incubo.
Ora la aspetta un periodo terribile, signora Fidebilus. Le lacrime si sveglieranno non lei, il bisogno di vomitare prima. Passeranno mesi ma questo dolore non passerà. Un giorno si sveglierà, aprirà gli occhi. Forse si ritroverà ancora le lacrime in faccia, il vomito in gola. Comunque sentirà di essere sopravvissuta.
...
Il mare è arrabbiato: solo adesso riesco a ricordarmi che c'è pure lui, stanotte.
Le onde si prendono a schiaffi. 
Nel buio impossibile che c'è.
Nel male impossibile che fa.
La ama ancora?
La amerò per sempre.
...
Ma: sei bella. sei prorpio bella.
Sai Riccardo? Respiro. Mi viene da piangere. Arriccio il naso per evitare di farlo. Sai io ce la sto mettendo tutta, per andare avanti. 
Avanti? Cioè dove? 
Avanti. Respiro. Mi viene da piangere. Arriccio il naso. Respiro: ma il problema è che l'amore per te, da qualche parte, continua ancora a farmi da bussola
E perchè dovrebbe essere un problema? ..."

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